Filosofo ateo riconosce l'esistenza di Dio

Anthony Flew, uno dei maggiori promotori dell'ateismo, ha ammesso le prove scientifiche "dell'esistenza di Dio" e sottolinea che solo "un'intelligenza superiore" ha creato la vita.


New York (AsiaNews/Cwn) – L'accademico britannico Anthony Flew, uno dei più illustri diffusori dell'ideologia atea, ha ammesso che "prove scientifiche mostrano l'esistenza di Dio".

Lo studioso, prolifico scrittore e conferenziere, negli scritti e nella lunga carriera accademica ha sempre appoggiato l'ateismo; in un video dello scorso maggio, presentato ad una conferenza a New York, ha ritrattato l'ideologia di una vita ammettendo "la prova scientifica dell'esistenza di Dio". Egli ha sottolineato che le ultime ricerche biologiche "dimostrano, per l'estrema complessità del creato e dei modi in cui si è formata la vita, il coinvolgimento di un'intelligenza superiore".

All'inizio dell'anno, in un articolo pubblicato sulla rivista Philosophy Now, lo studioso ha preso le distanze dalla posizione atea, perché "è difficile anche solo pensare ad una teoria naturalistica e casuale dell'evoluzione, a partire dal primo essere vivente".

Roy Varghese, un cattolico texano, ha guidato Anthony Flew nel suo cammino di "conversione" dall'originaria posizione ateista, illustrandogli le ricerche scientifiche che "dimostrano l'operato di un essere superiore capace di creare la vita". Varghese, autore de "Le meraviglie del mondo", è l'organizzatore della conferenza di maggio, in cui l'accademico britannico prima ha illustrato l'originaria posizione atea, quindi ha spiegato le motivazioni che lo hanno spinto ad abbandonarla.

In un saggio del 1984 intitolato "La presunzione dell'ateismo", egli si è distinto come uno dei più autorevoli promotori della dottrina atea; oggi le sue idee sono cambiate, anche se precisa di "non aver abbracciato la fede cristiana. "Il mio Dio – afferma lo studioso – è diverso da quello dei cristiani e ancora di più da quello dei musulmani". Egli si rifà alla posizione deista di Thomas Jefferson, spiegando che sostiene la posizione dei ricercatori che teorizzano la presenza di un "architetto intelligente" che ha lavorato alla creazione dell'universo e della vita.

Egli ammette che qualche suo "discepolo" possa rimanere "scioccato" dal cambiamento di posizione, ma ribadisce che la sua vita "ha sempre seguito il motto del Socrate platoniano: segui l'evidenza, ovunque essa ti conduca".