Chrysostomos di Cipro : Con la Turchia non vogliamo una guerra per i “diritti umani”
di NAT da Polis
L’arcivescovo ortodosso parla ad AsiaNews della situazione nell’isola occupata dalla Turchia, dei rischi per la cristianità in Medio oriente e del dialogo interreligioso. Non c’è scontro di civiltà, afferma, ma i cristiani devono coordinarsi anche per aiutare i musulmani di buona volontà.

Città del Vaticano (AsiaNews) - Si è conclusa la visita in Vaticano dell’arcivescovo di Cipro, Chrysostomos, capo di una Chiesa piccola, ma storico ponte fra l’Europa e il Medio Oriente. Il 28 marzo scorso l’arcivescovo ha avuto vari incontri culminati con l’udienza con papa Benedetto XVI. La visita, come ci ha riferito lo stesso Chrysostomos, ha avuto come scopo quello di sensibilizzare gli esponenti della Santa Sede sulla situazione, così da coordinare gli sforzi necessari ad affrontare i pericoli che incombono sul futuro e sulla sopravvivenza dei cristiani in Medio oriente e a Cipro, in una regione toccata da contestazioni e rivolgimenti dagli esiti incerti.

Per quanto riguarda la situazione dei cristiani a Cipro, i maggiore pericoli derivano, ci ha riferito Chrysostomos,  dal persistere dell’occupazione di Ankara della parte nord dell’isola, iniziata nel  1974. La prima conseguenza è stata la divisione dell’isola e la totale separazione dei due gruppi etnici, greco e turco, rispettivamente cristiano e musulmano; come seconda conseguenza c’è stato lo spostamento di 300mila coloni dalla Turchia nella parte nord dell’isola occupata, con lo scopo di alterare la demografia dell’isola, e giungere a una persistente islamizzazione di quella parte dell’isola, grazie anche alla loro fecondità.

Tutto questo accade sotto il vigile occhio di 40mila militari turchi. Con ciò si riducono al ruolo di comparsa i 65mila turco-ciprioti rimasti in quella zona. Prima dell’invasione erano 180mila. I turco-ciprioti sono in uno stato di permanente diatriba con i coloni e con Ankara; si sono sempre distinti dai coloni grazie a una mentalità del tutto diversa, caratterizzata da un senso civile e tollerante della reciproca coesistenza.

"Abbiamo fatto presente al Santo Padre , ha continuato Chrysostomos , che mentre tutto il mondo si mobilita in guerra per i cosiddetti diritti dell’uomo, noi non vogliamo alcuna guerra a nostro favore; ma dal momento che c’è un Paese che si candida per entrare nell’UE, è sufficiente che quest’ultima esiga dalla Turchia la cosa più semplice e civile: accettare e rispettare i principi fondatori dell’UE".

Alla  nostra domanda se esiste uno scontro di civiltà  ossia tra un occidente dalla concezione  “cristiana del mondo” e un oriente  da una concezione islamica come da più parti si vuole sostenere, a causa anche della crisi che colpisce tutto il pianeta,Chrysostomos ci ha risposto fermamente di no. Anzi questa crisi, questa stagnazione economica e sociale colpiscono tutta l’umanità, ci ha detto l’arcivescovo di Cipro;  aggiungendo di conoscere molti leader musulmani che sono persone di buona volontà. E spero che non vengano mandati via; "questo è uno dei motivi - ha detto - per cui è necessario che noi cristiani ci coordiniamo, per poter essersi utili anche a questa gente di buona volontà".

Per quanta riguarda il dialogo tra cattolici e ortodossi, anche alla luce di un apparente stallo verificatosi durante l’ultimo incontro a Vienna, Chrysostomos ci ha riferito di aver incontrato il card. Kurt Koch, co-presidente della Commissione mista cattolici-ortodossi, e di avere discusso con lui dell’importanza  del dialogo, senza entrare nei dettagli aggiungendo: "La Chiesa di Cipro è a favore del dialogo ed è presente con due suoi rappresentanti di prestigio, i metropoliti di Paphos e  Kostantias. La nostra Chiesa, benché sia una Chiesa piccola dal punto di vista numerico, gode di stima nel mondo ortodosso; e va sottolineato che il XXI secolo verrà definito come il secolo del dialogo, perché senza dialogo con il prossimo non è possibile l’umana convivenza".

In tema di dialogo panortodosso l’arcivescovo Chrysostomos ha espresso la sua opinione, a seguito dello stallo avvenuto nell’ultimo incontro panortodosso di Chambesy, stallo nato da alcune posizioni della Chiesa di Mosca . "Questa situazione negativa a cui siamo arrivati nel mondo ortodosso, ci ha detto l’arcivescovo Chrysostomos, parte dal fatto che tutti ci presentiamo come Chiese nazionali .In altre parole siamo prima greci, russi,  arabi, slavi ecc. e poi cristiani ortodossi. Quello che ci deve unire è la nostra fede e non la nostra origine nazionale come ho detto nella mia ultima visita a Mosca. Per cui, se vogliamo andare avanti , nel senso di arrivare a una vera unica entità, occorre lasciare in disparte la nostra origine nazionale e pensare in termini di cristiani ortodossi".  

Infine, in tema di Europa e di evangelizzazione, Chrysostomos  ha ricordato una conversazione avuta con Benedetto XVI durante la visita del Papa a Cipro. Il pontefice ha detto che l’Europa ha bisogno di essere ri-evangelizzata. "Questo è il motivo, ha concluso l’arcivescovo, per cui tutte le Chiese: cattolici, ortodossi e protestanti, devono riabbracciare il loro gregge. Insomma dobbiamo capire le istanze dei nostri fedeli e sentire le loro grida, se vogliamo essere veramente Chiesa".