Dopo gli scandali alla melamina, chiuse il 45% delle aziende cinesi del latte
I controlli dimostrano che esse non sono in regola con gli standard di sicurezza alimentare. Pechino cerca di recuperare la fiducia dei consumatori. Ma le autorità non indicano quali sono i requisiti minimi richiesti e qualcuno dice che si vogliono chiudere molte piccole aziende a vantaggio delle maggiori.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – La Cina ha chiuso il 45% delle fabbriche casearie, in quanto non in regola con gli standard minimi di qualità. Pechino cerca di recuperare la fiducia della popolazione, dopo i ripetuti scandali che hanno mostrato aziende leader diffondere alimenti tossici senza validi controlli.

L’Amministrazione generale per la supervisione della qualità, l’ispezione e la quarantena ha esaminato 1.176 produttori caseari, ma solo 643 aziende hanno ottenuto una nuova licenza. Invece a 426 è stata revocata la licenza e a 107 è stato ordinato di sospendere la produzione e migliorare le strutture in attesa di una nuova ispezione. Su 145 formule di latte per neonati, solo per 114 è stata data la licenza.

I nuovi controlli sono stati disposti dal Consiglio di Stato a settembre, per recuperare la fiducia dei consumatori verso l’industria casearia dopo che nel settembre 2008 risultò che primarie ditte nazionali vendevano latte in polvere contenente melamina, sostanza che fa apparire l’alimento ricco di proteine ma che è nocivo e causa gravi problemi renali. Questi prodotti hanno causato la morte di almeno 6 neonati e circa 300mila malati gravi. Sotto accusa sono stati messi anche i carenti controlli degli uffici sanitari pubblici. Negli anni successivi sono risultati altri episodi simili, seppure su scala molto minore (AsiaNews 2.9.2010, Latte alla melamina: primaria ditta cinese accusata di averlo “riciclato”, 13.7.2010, “In Cina è molto difficile garantire la sicurezza alimentare”, e 9.7.2010, Sequestrate (ancora) 38 tonnellate di latte alla melamina). Peraltro i bambini danneggiati hanno ottenuto indennizzi del tutto inadeguati e pare che i funzionari responsabili non abbiano ricevuto punizioni.

I controlli in atto hanno confermato la gravità della situazione, visto l’elevato numero di aziende tuttora non in regola, dopo anni di controlli. Le ispezioni hanno pure accertato il perdurare della diffusa pratica delle grandi aziende di appaltare parti della produzione a piccole ditte che non possono garantire gli stessi standard qualitativi, come pure di “riciclare” il latte in polvere scaduto.

Ora i consumatori attendono che il governo riveli i nomi delle aziende non in regola. Comunque le nuove regole di sicurezza alimentare sembrano favorire le grandi ditte: nell’Hebei, tra le 35 ditte che hanno avuto la licenza rinnovata, molte sono sussidiarie di aziende nazionali come Yili, Mengniu e Sanyuan. Molti ritengono che questi controlli vogliano anche eliminare le piccole aziende a favore di quelle maggiori. L’Hebei, provincia dove è alta la produzione casearia, era anche sede della ditta Sanlu, principale responsabile dello scandalo del 2008.

Nel Paese esplodono con frequenza gravi scandali alimentari. A marzo ha destato molta preoccupazione la notizia dei maiali nutriti con additivi illegali nocivi per la salute.