La polizia cinese arresta di nuovo i fedeli che pregano in piazza
Già una settimana fa, i fedeli della Chiesa di Shouwang, cacciati dai loro locali, si erano riuniti per pregare in piazza. Ieri la polizia ne ha arrestato almeno 50. Le autorità vogliono stroncare i gruppi religioni non controllati dallo Stato, per paura dei loro rapporti con i difensori dei diritti umani.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – La polizia ha arrestato i leader e fermato circa 50 cristiani della Chiesa protestante i Shouwang ieri a Pechino, per impedire loro di svolgere all’aperto la funzione domenicale, dopo averli fatti cacciare dai locali dove si riunivano. Cresce la paura di una persecuzione in atto contro le chiese domestiche, in occasione del periodo pasquale. Analisti la ricollegano all’arresto da febbraio di centinaia di dissidenti e attivisti per i diritti umani per impedire una Rivoluzione dei gelsomini.

La Shouwang è una delle maggiori chiese domestiche (non riconosciute) del Paese con oltre 1000 membri. Di recente la polizia li ha fatti cacciare dai locali di un ristorante dove si riunivano. Ieri mattina un gran numero di poliziotti ha presidiato la zona di Zhongguancun dove era fissato il servizio liturgico. Decine di fedeli, appena arrivati, sono stati caricati su pullman in attesa e portati a varie stazioni di polizia per essere “interrogati”. Ieri notte erano ancora trattenuti. L’operazione è stata identica a quella di domenica 10 aprile, quando la polizia ha arrestato 169 fedeli di questa Chiesa domestica che volevano tenere il servizio in una piazza, trattenendoli per la notte.

Il pastore Jin Tianming è stato fermato dalla polizia la notte del 16 aprile e interrogato per 12 ore. Sempre sabato notte la polizia ha portato via per alcune ore il pastore Li Xiaobai e la moglie e la mattina dopo presto il pastore Zhang Xiaofeng. Li e Jin sono ora agli arresti domiciliari.

Jin ha spiegato che la Chiesa ha comprato locali per 1.500 metri quadrati in un palazzo commerciale, per riunirsi, per 27 milioni di yuan. Ma il proprietario si è rifiutato di dare loro le chiavi, su pressione delle autorità, nonostante il prezzo sia stato pagato. La Chiesa ha chiesto il riconoscimento dal 2006, senza ottenere risposta.

Uno dei fedeli ha spiegato che “siamo stati accusati di riunione illegale”. Un altro fedele spiega che “non smetteremo [di riunirci per pregare in piazza] finché non avremo un locale per il gruppo”.

Si aspetta di vedere se i fermati saranno rilasciati, dato che la scorsa domenica molti erano stati costretti a firmare un impegno a non pregare di nuovo all’aperto. Negli anni scorsi altre volte la Chiesa Shouwang era stata cacciata da loro locali e i fedeli avevano pregato insieme in parchi e luoghi pubblici, senza essere arrestati.

La polizia ha anche portato via il pastore Zhang Guangxia della Chiesa di Shouwang, a Zuozhuang nello Shandong, la notte del 16 aprile, e ieri ha arrestato il pastore Zhang Qingan e 3 fedeli che distribuivano opuscoli religiosi.

Nel Paese ci sono decine di milioni di cristiani protestanti, in gran parte seguaci di chiese domestiche non registrate. Pechino esige che tutti i fedeli aderiscano al Movimento delle Tre autonomie (insieme dei protestanti controllati dal Partito comunista). Solo 20 milioni di cristiani sono nella Chiesa di Stato, rispetto agli oltre 50 milioni di fedeli (ma altre fonti dicono che sono oltre 100 milioni) membri di chiese non ufficiali. La Shouwang è una della Chiese più note e autorevoli, per cui il timore è che la persecuzione sia ancora più dura contro i piccoli gruppi. Esperti osservano che molti cristiani sono anche attivisti per i diritti umani o loro sostenitori e che le autorità vogliono impedire qualsiasi collegamento tra fede religiosa e tutela dei diritti umani.