Tra divisione e apertura, anche i cristiani festeggiano il Nuovo Anno singalese
di Melani Manel Perera
Per i leader religiosi cristiani, la partecipazione dei fedeli ai riti buddisti e indù deve avere un’ottica “culturale”, non spirituale: per favorire l’armonia nazionale, senza dimenticare le proprie tradizioni religiose.
Colombo (AsiaNews) – In occasione dell’Aluth Avurudda, il Nuovo Anno singalese, molti cristiani sono stati invitati a partecipare a cerimonie buddiste e indù. Fra fedeli e leader religiosi è nata una polemica, tra chi vorrebbe proibire ai cristiani di partecipare e chi invece approva la partecipazione in nome dell’armonia nazionale. Secondo alcuni sacerdoti, infatti, i fedeli stanno trascurando la Settimana santa e le consuete celebrazioni pasquali. Mentre invece non è “dimenticandosi” delle proprie tradizioni che si favorisce il dialogo interreligioso e l’apertura. La festa, comune sia alla comunità singalese buddista che a quella tamil indù, quest’anno è caduta nei giorni del 13, 14, 16 e 18 di aprile, durante i quali scuole e negozi sono rimasti chiusi e molte linee del trasporto pubblico sono state soppresse. Come da tradizione, le persone hanno fatto ritorno ai propri villaggi d’origine.

Secondo p. Sarath Iddamalgoda, sacerdote cattolico e attivista per i diritti umani, i cristiani possono partecipare alle celebrazioni se viste come un evento culturale: “Non potremmo partecipare ad ogni tipo di pratica, come il Nekath [rito di buon auspicio]. Perché come cristiani, ogni momento proviene da Dio, che ci ha già benedetti e resi santi. Invece, parteciparvi in un’ottica ‘culturale’ non è contrario alla nostra fede”. Il sacerdote spiega che nell’Aluth Aruvudda le persone esprimono nuovi desideri e prendono nuove decisioni per la loro vita; le famiglie si riuniscono; le comunità stanno insieme. “Dovremmo incoraggiare queste pratiche per tutti – dice – ma non spingere i fedeli cristiani a seguirle”.

Fa eco a p. Iddamalgoda anche il vicario generale della diocesi di Mannar, p. Victor Soosai: “Come cristiani non possiamo seguire rituali come questi. Tuttavia, dal momento che viviamo insieme a persone di altre culture, è giusto prendere il buono che queste hanno da offrire”.

Più netto il pastore Dimuth Fernando, dei Living Words Ministries, che afferma: “È doloros che alcune Chiese stiano incoraggiando i propri fedeli a seguire questi rituali. Essi sono contrari a Gesù. Dio ha creato il sole, la luna e le stelle… dobbiamo celebrare il Signore, non le cose da lui create”.

Alcuni cristiani, che hanno preso parte ad alcuni rituali, hanno spiegato ad AsiaNews perché hanno deciso di festeggiare il Aluth Avurudda: “È una festa che lega persone di diverse nazionalità e religioni. Inoltre, è un’espressione di costumi sociali e buone maniere, che offrono l’occasione di promuovere l’armonia interreligiosa e interculturale”.