Israele libera 170 prigionieri palestinesi
I terroristi di Al Aqsa rifiutano l'invito di Abu Mazen a deporre le armi: "La santa Intifada continuerà".

Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) – Israele ha approvato ieri il rilascio di 170 palestinesi detenuti nelle sue carceri. Il premier israeliano Sharon ha definito la decisione un "gesto di buona volontà" verso l'Egitto e la nuova leadership palestinese di Abu Mazen.

La scarcerazione dei 170, da tenersi prima delle elezioni in Palestina del 9 gennaio, fa parte di un accordo Israele - Egitto che il mese scorso ha permesso la liberazione di un israeliano detenuto a Il Cairo per spionaggio. Nella stessa occasione Sharon ha parlato di "profonda amicizia" per il presidente egiziano Mubarak.

L'Autorità palestinese ha accolto con freddezza la decisione israeliana: "Consideriamo questo fatto un'operazione di facciata" ha dichiarato Radi Jaraie, vice ministro palestinese per il problema dei prigionieri, criticando Israele per "non averci consultato".

Intanto crescono le polemiche fra i palestinesi sulle recenti dichiarazioni di Abu Mazen che aveva definito l'intifada "un errore" affermando che i palestinesi potrebbero raggiungere meglio i loro obiettivi "con metodi pacifici". In un comunicato congiunto le Brigate dei martiri di Al-Aqsa, il braccio armato di Al Fatah (lo stesso del defunto leader Arafat e di Abu Mazen stesso), e il Jihad islamico hanno affermato che ignoreranno la richiesta di Abu Mazen di deporre le armi anche se il premier provvisorio verrà eletto con il voto di gennaio. "Respingiamo totalmente le richieste di alcuni palestinesi di fermare l'intifada armata" ha dichiarato un portavoce di Al Aqsa, definendo "non vincolante" l'appello di Abu Mazen. "La santa intifada continuerà. Nessun politico, né autorevole né straniero o palestinese o arabo, potrà fermarla".