Conversioni forzate, chiese negate: i cristiani discriminati sulle rive del Nilo (Scheda)

Nelle ultime settimane nuovi episodi di discriminazioni contro la minoranza copta hanno spinto i cristiani a forti proteste di piazza: il gesto del patriarca Shenouda III – autoesilio volontario - vuole denunciare le persecuzioni, violazioni della libertà religiosa e le violenze alle quali i cristiani sono ogni giorno sottoposti nell'antico paese dei Faraoni.

Questi gli ultimi fatti conosciuti di avversione anti-cristiana. Il 3 dicembre 5 mila musulmani del villaggio di Mankateen (provincia di Samalout, 220 km sud del Cairo) hanno saccheggiato il luogo di preghiera cristiano e i negozi degli abitanti copti del villaggio. La folla islamica si era radunata sull'onda dell'entusiasmo per la notizia che il presidente Mubarak aveva rifiutato - per imprecisate "ragioni di sicurezza" - la richiesta dei copti di costruire una nuova chiesa su un terreno acquistato dalla comunità nel 1977. Durante le violenze contro i cristiani la polizia locale - denuncia il giornale copto El-Keraza - "è rimasta a guardare fino a danni compiuti, per poi arrestare qualche assalitore".

Il settimanale Al-Ahram riferisce che il 28 novembre mons. Abanob, vescovo copto di Asiut (375 a sud da Il Cairo), ha denunciato casi di conversioni forzate all'islam, compiuti da Mohamed Abdel-Mohsen, leader locale del Partito nazionale democratico. "Molte famiglie cristiane sono venute a lamentarsi da me" ha denunciato mons. Abanob "perché quest'uomo musulmano offre case, denaro e lavoro in cambio della loro conversione all'islam". Il vescovo ha affermato di avere un video in cui si vede l'uomo adescare cristiani per farli diventare musulmani: "Sceglie in particolare le donne, i poveri e i disoccupati perché sono più facili da convincere". Il politico islamico ha definito "completamente costruite" le accuse del prelato copto. Nei giorni precedenti  il governatore di Asyut aveva respinto la richiesta di comunità copta di costruire 2 nuove chiese, perché l'unica esistente risulta insufficiente per il numero dei fedeli. Secondo Abdel-Hafez, membro dell'amministrazione di Assiut, "visto che i cristiani sono il 10 % della popolazione, altre chiese non sono necessarie".

Il 25 gennaio scorso 4 giovani cristiani sono stati arrestati nella città turistica di Sharm El Sheikh per essere stati trovati in possesso di alcune Bibbie e di filmati cristiani. Peter Nady Kamel, Ishaq Dawoud Yassa, John Adel e Andrew Sa'id - questi i nomi degli arrestati, tutti studenti all'Università del Cairo e alla Minya University - sono stati accusati di "formare un gruppo che minaccia l'unità nazionale, la pace sociale e la sicurezza" secondo quanto appreso dall'ente Jubilee Campaign. Anche per loro si era levata la voce di protesta del patriarca Shenouda III.

L'Egitto conta 70 milioni di abitanti, il 90% dei quali musulmani; i cristiani sono il 10%, in larga parte copti. I cattolici locali sono circa 200 mila. (LF)