Aung San Suu Kyi a Pechino: dialogate con l’opposizione birmana
In videoconferenza con l’università di Hong Kong, la Nobel per la pace ha invitato la leadership cinese a confrontarsi anche con la Nld. Lo sviluppo economico deve viaggiare di pari passo con democrazia e diritti umani. A giugno la donna effettuerà un tour politico per il Paese, ancora incerte le tappe per motivi di sicurezza.
Yangon (AsiaNews/Agenzie) – I diplomatici cinesi in Myanmar dovrebbero intrecciare rapporti anche con la Lega nazionale per la democrazia (Nld), il principale partito birmano di opposizione messo al bando dal regime alla vigilia delle elezioni del novembre scorso. È quanto ha sottolineato la Nobel per la pace e leader Nld Aung San Suu Kyi, durante una videoconferenza con l’università di Hong Kong. Collegata via web dalla propria abitazione, a Yangon, la “Signora” inoltre ha chiesto a Pechino di far corrispondere a uno sviluppo economico stellare, una serie di riforme nel solco della democrazia e dell’apertura.
 
Rispondendo a una domanda del South China Morning Post (Scmp) sui rapporti con Pechino, Aung San Suu Kyi ha affermato di aver “cercato a lungo” contatti con la leadership cinese, che “ci ha sempre scansato”. La Cina ha avviato numerosi progetti economici e di sviluppo in Myanmar, suo vicino, per questo la leader dell’opposizione chiede “colloqui anche con noi” e maggiori contatti “con gli esponenti della Nld”.
 
La Nobel per la pace ha anche sottolineato come la rapida crescita del gigante cinese ha causato problemi sociali nel Myanmar, fra cui il traffico di donne lungo il confine in direzione delle province cinesi. Pechino ha interesse a mantenere buoni rapporti con la leadership di governo, evitando di immischiarsi negli “affari interni” di uno Stato con il quale commercia e conclude affari.
 
Aung San Suu Kyi, libera dopo aver trascorso 15 degli ultimi 21 anni ai domiciliari e dal 2003 è confinata a Yangon, ha detto alla platea di studenti, accademici e leader di comunità di vedere in futuro una società birmana “libera, aperta, educata” in cui vige “il rispetto della legge” e la possibilità di una economia di mercato modellata secondo la realtà locale.
 
La leader dell’opposizione precisa di non voler scegliere fra Cina e Occidente, perché saranno entrambi necessari per lo sviluppo del Myanmar. Se dovessi scegliere, precisa la donna, “sono dalla parte dei diritti umani”. Aung San Suu Kyi chiarisce infine il suo messaggio alla leadership di Pechino: “La Cina è un grande Paese – afferma la Nobel per la pace – il popolo cinese è un gran popolo con una storia lunga e meravigliosa… Possono permettersi ulteriori passi, possono permettersi di essere audaci, possono permettersi di lasciare spazio a tutte le opinioni”.
 
La leader dell’opposizione ha infine confermato l’intenzione di voler compiere un tour politico per il Paese, come anticipato nelle settimane scorse. Il percorso e le tappe non sono ancora state stabilite, perché le autorità birmane non hanno garantito alcuna “particolare assicurazione” circa la sua incolumità.