Pechino offre denaro alle vittime per “dimenticare” Tiananmen
Lo denuncia il gruppo delle “Madri di Tiananmen”, che ha già rifiutato l’offerta: “Vogliamo la verità sul massacro, non dei soldi”. Il 4 giugno cade il 22esimo anniversario della strage.
Pechino (AsiaNews) - Il governo cinese starebbe pensando ad una sorta di “indennizzo economico” per i familiari delle vittime di piazza Tiananmen. L’indiscrezione è contenuta nel documento diffuso come ogni anno dalle “Madri di Tiananmen”, l’associazione che riunisce i parenti delle vittime del massacro perpetrato il 4 giugno del 1989 su ordine dell’allora presidente Deng Xiaoping. La leader delle Madri, Ding Zilin, ha rifiutato subito la proposta: “Vogliamo verità, non denaro”.
 
Nel documento, firmato da 127 persone, si legge che alcuni familiari di una vittima sarebbero stati avvicinati due volte in febbraio da funzionari governativi per cominciare a parlare di un risarcimento. Nei colloqui con i funzionari non si sarebbe parlato di indagini, ma solo di indennizzo. Secondo una testimonianza, uno di questi funzionari – appartenenti al Dipartimento per la pubblica sicurezza – avrebbe detto: “Non parlo a nome del governo, ma sono preoccupato per la situazione. Quanto volete per chiuderla qui?”.
 
Nessuna conferma è arrivata dalle autorità cinesi. Il documento, una costante ogni anno da parte dell'associazione che si batte per la verità sulla repressione, è stato diffuso dalla stessa associazione sul proprio sito internet e da alcune organizzazioni non governative. Nel testo, Ding si chiede: “Le autorità vogliono risolvere questa questione con i soldi, e facendolo di nascosto. Ma la morte dei nostri cari è stata una morte governativa, e ogni proposta di denaro è un insulto al nostro dolore”.
 
Al termine, i sottoscrittori fanno anche un riferimento alla “rivoluzione dei gelsomini”, l’ondata di proteste che, partita dal nord Africa, ha raggiunto a febbraio anche la Cina per essere poi soppressa dalle autorità con la forza, incarcerando e facendo sparire dissidenti e manifestanti. Intanto domenica scorsa a Hong Kong oltre 1000 persone sono scese in piazza per ricordare le vittime di Tiananmen.
 
Da aprile a giugno 1989, fino a un milione di giovani, operai, contadini, hanno manifestato in piazza Tiananmen domandando la fine della corruzione e la democrazia. La notte fra il 3 e il 4 giugno l’esercito cinese è intervenuto con carri armati e armi da fuoco per “liberare la piazza”, occupata ormai da mesi. Centinaia e forse migliaia di giovani sono stati uccisi o stritolati, altri colpiti nelle vie adiacenti alla piazza. Per il Partito comunista, il movimento è stato una “ribellione controrivoluzionaria”, pur essendo stato un movimento non violento.