Lo rivela oggi il New York Times, secondo cui il direttore generale della Cia Leon Panetta avrebbe chiesto maggiori informazioni sulla situazione dei cinque durante una visita compiuta la scorsa settimana a Islamabad. In ogni caso, non è chiaro cosa succederà agli arrestati: sono tutti pakistani, e uno di loro è un maggiore dell’esercito regolare.
Alcuni analisti sottolineano come questo arresto “sia un altro segnale della distanza crescente fra Stati Uniti e Pakistan. Washington, temendo fughe di notizie, ha tenuto Islamabad all’oscuro del raid che lo scorso due maggio ha portato alla cattura e all’uccisione di bin Laden”. Oggi, il Pakistan teme pesanti reazioni da parte dei fondamentalisti islamici e mantiene il proprio atteggiamento ambivalente nei confronti della lotta al terrorismo.
Le fonti ufficiali tendono ad abbassare i toni. Secondo Marie Harf, portavoce della Cia, “gli Usa hanno e continuano ad avere un legame molto stretto con il Pakistan”. E l’ambasciatore di Islamabad in America, Husain Haqqain, conferma: “Lavoriamo insieme ogni qual volta sia necessario. Non esistono problemi seri”.