Una Messa al confine “per riprendere il dialogo”
di Joseph Yun Li-sun
Circa 20mila cattolici hanno partecipato alla Messa per la pace fra le due Coree, celebrata nei pressi della zona demilitarizzata. Il vescovo Kim: “Il momento è gravissimo. Dobbiamo tornare a rispettarci a vicenda e far tacere le armi”.
Seoul (AsiaNews) – Oltre 20mila cattolici sudcoreani hanno partecipato alla messa per la pace organizzata dalla Conferenza episcopale del Sud. La funzione ha avuto lo scopo principale di “chiedere la fine delle ostilità che stanno dividendo ancora di più la penisola coreana”. La messa è stata la prima di questo tipo degli ultimi otto anni: fra i presenti anche il ministro per l’Unificazione di Seoul, Hyun In-take.

Parlando ai fedeli riuniti presso la zona demilitarizzata, al confine con il Nord, il vescovo di Chunchon Luca Kim Woon-hoe ha detto: “Stiamo affrontando la crisi peggiore mai verificatasi dalla divisione della Corea. Dobbiamo riprendere il dialogo e gli scambi intercoreani, per superare la fase della sfida militare. Dobbiamo tornare a rispettarci l’un l’altro”. La messa, celebrata lo scorso 17 giugno, si è chiusa con un lungo applauso.

Ad AsiaNews il presule, presidente della Commissione episcopale per la riconciliazione del popolo coreano, aggiunge: “Come ho scritto nel mio Messaggio per la Giornata dell’Unità, la Corea del Nord deve impegnarsi in molti campi. Se vuole rispetto, deve migliorare la situazione dei diritti umani e iniziare a comportarsi con sincerità”.

Il compito dei cattolici del Sud, riprendere il presule, “è pensare a quei fratelli al di là del confine che vengono lasciati morire di fame. Abbiamo bisogno non di una politica passiva di sopportazione, ma di un atteggiamento attivo. Non dobbiamo mai scordarci che siamo apostoli di pace”.