Bangladesh in “vacanza” grazie allo sciopero, ma la gente sarà più povera
Sospese le attività didattiche, la produzione industriale, importazioni ed esportazioni. A rischio lavoratori dipendenti e indipendenti. Voluto dai partiti islamici dell’opposizione, l’hartal sarà articolato in due fasi – 48 ore il 6 e 7 luglio, 30 ore il 10 e 11 luglio – e intervallato da due giorni festivi. Si protesterà per abolire il 15mo emendamento della Costituzione, a favore di possibili governi provvisori in caso di elezioni e per mantenere la “fede in Allah” nella Carta.
Dhaka (AsiaNews/Agenzie) – Il partito guida dell’opposizione (Bnp – Bangladesh Nationalist Party) e un’alleanza di 12 partiti islamici hanno indetto un hartal (sciopero generale) nazionale di 78 ore, che manderà il Bangladesh in “vacanza” per sei giorni, a partire dal 6 luglio. Alla prima fase di sciopero generale (48 ore il 6 e 7 luglio), seguiranno due giorni festivi (venerdì 8 e sabato 9), ai quali poi verrà attaccata la seconda fase (30 ore il 10 e 11 luglio). Tuttavia, il popolo è preoccupato per questi sei giorni di “vacanza” e accusano i partiti di usare sempre più spesso l’hartal come strumento politico, senza pensare alla situazione della gente comune e il danno recato all’economia del Paese.

Il lungo sciopero generale affliggerà cittadini di ogni classe sociale. Impiegati, manager, autisti di bus, operai tessili: il loro stipendio arriverà con ritardo e più magro del solito, perché i giorni di sciopero non sono conteggiati nella busta paga. Ben peggiore la situazione per i guidatori di risciò. “Io riceverò i miei soldi con ritardo – spiega un autista d’autobus – ma come sfameranno le loro famiglie i guidatori di risciò, senza clienti?”. Inoltre, l’hartal ostacolerà le attività didattiche, la produzione industriale, così come l’importazione e l’esportazione.

Entrambi gli scioperi vogliono protestare contro il 15mo emendamento della Costituzione, che secondo il Bnp (insieme allo Jamaat Islami Oikya Jote e al Bangladesh Jatiya Oarty) e la coalizione di 12 partiti porterà cambiamenti “significativi”. In particolare, esso annulla la possibilità di un governo provvisorio in vista delle prossime elezioni parlamentari (2014), che si terranno quindi sotto l’Awami League (partito al governo). Inoltre, richiede l’abbandono della frase “fede assoluta in Allah”, nell’intestazione della Carta.