Tokyo: dimissioni lampo del ministro per la Ricostruzione
Ryu Matsumoto era in carica da appena una settimana. Non ha spiegato le ragioni del suo gesto. Il 3 luglio si è rivolto con durezza ai governatori delle aree colpite dal terremoto e dallo tsunami dell’11 marzo, e le sue dichiarazioni sono state molto criticate.
Tokyo (AsiaNews/Agenzie) – Il ministro per la Ricostruzione, Ryu Matsumoto, ha annunciato le sue dimissioni, dopo appena una settimana di lavoro. Matsumoto è stato ampiamente criticato per le sue dichiarazioni, giudicate prive di sensibilità, ai governatori delle aree colpite dal terremoto e dallo tsunami dell’11 marzo scorso. Matsumoto ha detto che il governo non li avrebbe aiutati finanziariamente a meno che non offrissero delle buone proposte di ricostruzione.

Le dimissioni di Matsumoto rendono più fragile la posizione del Primo ministro Naoto Kan il cui governo è sopravvissuto di recente a un voto di sfiducia parlamentare presentato da molti parlamentari critici della sua gestione del dopo-terremoto. (v. 02/06/2011 Il parlamento giapponese respinge la sfiducia al Primo ministro Naoto Kan). Naoto Kan sta cercando di persuadere il Parlamento ad appoggiare uno stanziamento extra di fondi di ricostruzione, e ha giudicato che i commenti del ministro Matsumoto ostacolassero la sua azione.

Matsumoto ha annunciato le sue dimissioni con le lacrime agli occhi durante una conferenza stampa questa mattina a Tokyo, ma non ha spiegato le ragioni del suo gesto. “Ci sono molte cose che vorrei dire…ma da questo momento me ne vado”, ha dichiarato. Il ministro ha fatto le dichiarazioni giudicate poco diplomatiche durante un viaggio nelle prefetture di Iwate e Myagi, colpite dallo tsunami, il 3 luglio scorso. Matsumoto ha anche rimproverato pubblicamente il governatore della prefettura di Myagi, Yoshiro Murai, perché lo aveva fatto aspettare. Ha poi ordinato ai giornalisti che avevano filmato lo scambio di non trasmetterlo, minacciando ritorsioni in caso contrario.

I danni causati in Giappone dal terremoto e dallo tsunami dell’11 marzo scorso ammontano a 16900 miliardi di yen, circa 144 miliardi di euro, una somma equivalente al Pil dell’Irlanda. Lo ha annunciato il 24 giugno il governo giapponese, precisando che la stima non comprende i danni provocati dalla fusione nucleare alla centrale di Fukushima ma si riferisce esclusivamente ai danni a edifici, imprese ed infrastrutture nella regione del Giappone nordorientale, devastata da un terremoto di magnitudo 9 che ha provocato un gigantesco tsunami che ha causato 23 mila tra morti e dispersi.