Karnataka: ancora accuse false di rapimento e conversioni forzate, arrestato un giovane
di Nirmala Carvalho
Praveen D’Souza avrebbe aiutato un adolescente indù scappato di casa. La denuncia dei radicali indù con la complicità della polizia. Sajan K George: “Classico esempio di accuse infondate e costruite ad arte”. Il cristiano è ancora in carcere.
Bangalore (AsiaNews) – “Le accuse di favoreggiamento di conversione religiosa che hanno portato all’arresto di un cristiano sono ancora una volta false e costruite ad arte”, denuncia Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic). La dura critica si riferisce al caso di Praveen Lancy D’Souza, 29, cristiano di Alagandi (Puttur taluk, Karnataka), che avrebbe costretto il giovane Kartik, 14, a convertirsi al cristianesimo. I media locali hanno dato ampio spazio al caso.

Secondo il rapporto della polizia di Uppinangady tutto sarebbe iniziato circa un anno fa, quando Kartik, studente della Kanchana High School, è scappato di casa per tre mesi. Il ragazzo avrebbe detto di aver conosciuto per la prima volta Praveen proprio in quei mesi. La svolta pochi giorni fa: il cristiano infatti avrebbe ricontattato il giovane indù e “fatto pressioni” per spingerlo a convertirsi al cristianesimo.

Ma Sajan George si è recato di persona dove vive Praveen, per fare luce su “un classico esempio di accuse false e infondate”. Dalle indagini condotte dal Gcic, risulta che Kartik sarebbe fuggito di casa per sfuggire ai maltrattamenti che subiva dalla sua matrigna. Praveen, maggiore di 6 fratelli che vive ancora con la famiglia d’origine, ha conosciuto il ragazzo e gli avrebbe offerto vitto e alloggio. Dopo tre mesi, durante i quali Kartik ha assistito spesso alle preghiere dei D’Souza, sarebbe tornato a casa. Scoperto quanto accaduto, attivisti del Sangh Parivar hanno inventato la storia della conversione forzata.

“Gli estremisti sono andati con la polizia a casa di Praveen – spiega ad AsiaNews Sajan George – e non avendolo trovato hanno arrestato suo fratello Melwin, minacciando i genitori di terribili conseguenze se il figlio non si fosse arreso”. Praveen si è consegnato alla polizia il 2 luglio scorso, che l’ha arrestato e incriminato secondo le leggi 295A (offesa dei sentimenti religiosi) e 506 (intimidazioni criminali) del Codice penale. Il Global Council of Indian Christians gli ha fornito un avvocato.

L’udienza, prevista per oggi, è stata rinviata a data da destinarsi, e Praveen è ancora in carcere.