Isole Spratly: nulla di fatto nel vertice Asean, Manila mostra i muscoli
I Paesi Asean discutono le “linee guida” per la zona, ma si limitano a principi generali. La discussione prosegue in colloqui tra le parti. Intanto parlamentari filippini vanno sulle contese isole Spratly, nonostante il veto di Pechino, per assicurare che il territorio filippino sarà “difeso”
Manila (AsiaNews/Agenzie) – I ministri degli Esteri dei Paesi Asean e la Cina, riuniti a Bali (Indonesia) per l’annuale incontro sulla sicurezza, hanno concordato una serie di “linee guida” per cercare una soluzione per le zone contese del Mar Cinese Meridionale. Ma esperti osservano la mancanza di qualsiasi decisione effettiva. Intanto politici filippini dicono che le forze militari devono proteggere le Isole Spratly, territorio filippino, così da aumentare il rischio di un confronto armato tra Cina e altri Paesi.

Le "linee guida" sono state salutate dai presenti come “un passo significativo” per risolvere la contesa per gli arcipelaghi delle Spratly e delle Paracel, rivendicate dalla Cina, ma anche da Vietnam, Filippine, Brunei, Malaysia e Taiwan. La zona è ricca di petrolio e gas, molto pescosa e una via cruciale per il commercio marittimo. Pham Quang Vinh, funzionario del ministero vietnamita degli Esteri, parla di “discussioni e dialoghi fruttuosi e costruttivi” che “hanno portato a un accordo-quadro su linee guida”, “significativo e buon punto di partenza per lavorare insieme e proseguire il dialogo e la cooperazione”.

Ma esperti ne rilevano la poca utilità perché le indicazioni sono per lo più generiche. Aggiungono che non poteva ottenersi di più, visto che le diplomazie hanno impiegato quasi 10 anni per giungere a questo primo progetto di un codice di comportamento. Del resto il presidente indonesiano Susilo Bambang Yudhoyono, padrone di casa desideroso di evitare un insuccesso formale, sin da ieri, nel suo messaggio inaugurale dei 5 giorni di lavori, aveva sottolineato la necessità di pervenire a un “codice di condotta” per i mari della zona e aveva invitato i Paesi a mandare “un segnale forte” al mondo e a proseguire “un dialogo costruttivo” per trovare soluzioni fondate sulla reciproca collaborazione e fiducia.

Ora i colloqui proseguono tra le parti per meglio definire le linee guida, ma lo stesso ministro indonesiano degli Esteri Marty Natalegawa ritiene “non sicuro” che possano esserlo entro questo vertice.

Le Filippine hanno proposto di rimettere la questione all’arbitrato delle Nazioni Unite, ma la Cina lo rifiuta e vuole risolverla con colloqui bilaterali. Peraltro rivendica un “dominio storico” dell’intero Mar Cinese Meridionale e la sua marina militare ha iniziato a minacciare i pescherecci di Filippine e Vietnam, pestare gli equipaggi, depredarli del pescato. Per questo Manila e Hanoi hanno cercato una decisione nel vertice dei ministri degli Esteri dei Paesi Asean, cui partecipano anche Cina, Giappone, Stati Uniti e Russia. I 2 Paesi hanno anche iniziato ricerche dei giacimenti petroliferi di cui la zona è ricca, nonostante il dissenso della Cina.

Intanto quest'oggi 5 parlamentari filippini guidati da Walden Bello, con un gruppo di giornalisti, sono andati a titolo personale sull’Isola Pagasa, unica dell’arcipelago delle Spratly popolata da circa 300 filippini, a bordo di due aerei privati. Pechino aveva ammonito che questa visita avrebbe “sabotato” i rapporti tra i 2 Paesi.

In una dichiarazione resa pubblica, Walden Bello ha detto che le forze armate filippine devono difendere le Isole Spratly perché sono “territorio filippino”.