Cibo avariato, Pechino si loda ma dimentica le vittime
Oltre 5mila industrie e 2mila persone punite dal governo per aver usato sostanze illegali nella produzione di cibo. Ma la Cina insabbia le indagini sugli scandali alimentari e punisce coloro che cercano giustizia.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Il governo cinese si dichiara “soddisfatto” per la campagna contro le aziende che usano additivi illegali nella produzione di cibo. Secondo un dirigente anonimo della Commissione per la sicurezza alimentare del Consiglio di Stato, “oltre 5mila aziende sono state chiuse per questo crimine. E 2mila persone sono state punite per il loro coinvolgimento”.

Fra i casi più clamorosi c’è l’uso di clenbuterolo, uno stimolante chimico che riduce i grassi e aumenta la crescita muscolare, mischiato nel mangime dei maiali. Oltre 120 casi presi in esame dalla Commissione riguardavano questo stimolante, mortale per l’uomo: circa 980 persone coinvolte nell’uso dell’additivo sono state arrestate. Ma si sono verificati anche casi di fagioli cancerogeni, farina di patate all’inchiostro e paraffina, panini scaduti rivenduti come nuovi.

L’inchiesta ordinata dal Consiglio di Stato è nata dalla pressione popolare, che si è scatenata dopo i casi del latte alla melamina, in cui migliaia di bambini vennero avvelenati e colpiti da calcoli renali (6 di loro sono morti); dei ravioli avvelenati con il pesticida inviati in Giappone e dei dentifrici all’antigelo. Tutti questi scandali hanno appesantito la figura anche internazionale della Cina, considerata “inaffidabile” per la qualità dei prodotti, ma ha aperto una campagna di repressione.

Pechino, infatti, è stata costretta a riconoscere gli errori commessi dagli industriali in tutti questi casi e ha promesso a livello sommario “risarcimenti” e “giustizia”. In realtà, dopo un paio di casi ben pubblicizzati, ha dato l’ordine di insabbiare tutto: chi protesta e lotta per ottenere quello che è stato promesso rischia la galera e la tortura.