L’arcivescovo di Hanoi condanna le violenze contro la parrocchia di Thai Ha
Il 3 novembre chiesa e monastero sono stati assaliti da agenti e attivisti che hanno invaso il cortile, sfasciato il portone e lanciato insulti contro i redentoristi. All’origine dell’attacco la volontà di piegare la resistenza dei religiosi contro un nuovo esproprio di un’altra parte del terreno parrocchiale.
Hanoi (AsiaNews) – L’arcidiocesi di Hanoi “condanna le azioni incivili e illegali di coloro che hanno violato il cortile della parrocchia e del monastero di Thai Ha con parole offensive e provocatorie e di natura violenta”. La Chiesa di Hanoi ha reagito così all’attacco del 3 novembre, quando centinaia di poliziotti e militari con cani e picchiatori, seguiti da una troupe della televisione statale hanno attaccato il monastero, urlato insulti con i megafoni, lanciato pietre e fracassato il portone.

Nell’occasione padre John Luu Ngoc Quynh, fratel Vincent Vu Van Bang, e fratel Nguyen Van Tang sono tra coloro che sono stati attaccati verbalmente e fisicamente quando hanno tentato di fermare i picchiatori che stavano sfasciando il portone del monastero. Padre Pham Xuan Loc è stato assalito all’interno del monastero, mentre cercava di fermare i loro atti sacrileghi.

A porre fine all’assalto è stato l’accorrere dalle parrocchie vicine di migliaia di cattolici, chiamati dalle campane della chiesa di Thai Ha.

All’origine della razzia c’è con ogni probabilità la volontà delle autorità locali di piegare la resistenza dei redentoristi che si oppongono a un nuovo esproprio di parte del terreno parrocchiale. La vicenda ha avuto inizio l’8 ottobre, quando il parroco, padre Joseph Nguyen Van Phuong, viene convocato nella sede del Comitato popolare del quartiere di Dong Da e informato che su un terreno appartenente all’ordine dei Redentoristi - che reggono la parrocchia fin dalla fondazione, nel 1928 - sarà costruito un impianto per il trattamento delle acque usate dall’ospedale della zona.

Il parroco replica chiedendo di rinunciare al progetto e di restituire alla parrocchia i tereni che le sono già stati sottratti. Il riferimento è a quanto accaduto tra il 2008 3 il 2009, quando la parrocchia di Thai Ha fu al centro di una disputa con le autorità comunali finita con l’appropriazione di terreni e un processo-farsa che ha condannato otto cattolici.

In proposito nella lettera inviata al parroco si afferma che “l’arcidiocesi di Hanoi ha sempre affermato e sostenuto i diritti di proprietà dell’Ordine dei Redentoristi sui 61.455 metri quadrati del terreno” del monastero e della parrocchia, “comprese le strutture e le parti usate nell’area da enti statali”.