Papa: Come Maria, la Chiesa perché porta Gesù, incontra l’opposizione di un feroce avversario
All’atto di venerazione della statua della Vergine in piazza di Spagna, Benedetto XVI spiega i simboli della Donna dell’Apocalisse (e dell’Immacolata): “vestita di sole”; con “la luna sotto i suoi piedi”; con la “corona di dodici stelle”. “La Chiesa soffre persecuzione, ma risulta vincitrice”. “L’unica insidia di cui la Chiesa può e deve aver timore è il peccato dei suoi membri”.
Roma (AsiaNews) – Una lettura “plastica” della Donna nell’Apocalisse: è quanto Benedetto XVI ha fatto oggi nel suo atto di venerazione all’Immacolata simboleggiata dalla statua della Vergine posta alla sommità della colonna in piazza di Spagna. In particolare, il papa ha ricordato che la Donna (Ap 12, 1) rappresenta anche la Chiesa che come Maria “porta nel suo seno Cristo e lo deve partorire al mondo” e “proprio per questo, perché porta Gesù, che la Chiesa incontra l’opposizione di un feroce avversario, rappresentato nella visione apocalittica da "un enorme drago rosso" (Ap 12,3)”.

Il papa è arrivato nella piazza verso le 16, dopo aver ricevuto l’omaggio dell’Associazione commercianti della vicina Via Condotti, la via dello shopping di lusso. Durante la giornata diversi gruppi e associazioni romani e italiani si sono recati a pregare davanti alla colonna che porta la statua dell'Immacolata

Dopo una breve preghiera e la lettura del brano dell’Apocalisse, Benedetto XVI ha spiegato insieme il testo biblico e l’immagine della statua dell’Immacolata: “una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle" (Ap. 12,1).

“Anzitutto - ha detto il pontefice - la ‘donna’ dell’Apocalisse è Maria stessa. Ella appare ‘vestita di sole’” perché “l’Immacolata riflette con tutta la sua persona la luce del ‘sole’ che è Dio”. “Maria, - ha aggiunto - è pienamente associata alla vittoria di Gesù Cristo, suo Figlio, sul peccato e sulla morte; è libera da qualsiasi ombra di morte e totalmente ricolma di vita”. Per questo, la donna “tiene sotto i suoi piedi la luna, simbolo della morte e della mortalità”.

Questo – ha spiegato Benedetto XVI – “si manifesta nei due grandi misteri della sua esistenza: all’inizio, l’essere stata concepita senza peccato originale, che è il mistero che celebriamo oggi; e, alla fine, l’essere stata assunta in anima e corpo nel Cielo, nella gloria di Dio. Ma anche tutta la sua vita terrena è stata una vittoria sulla morte, perché spesa interamente al servizio di Dio, nell’oblazione piena di sé a Lui e al prossimo. Per questo Maria è in se stessa un inno alla vita: è la creatura in cui si è già realizzata la parola di Cristo: ‘Io sono venuto perché abbiano la vita, e l’abbiano in abbondanza’ (Gv 10,10)”.

Il segno della “corona di dodici stelle” rappresenta “le dodici tribù d’Israele e significa che la Vergine Maria è al centro del Popolo di Dio, di tutta la comunione dei santi”.

“Oltre a rappresentare la Madonna – ha aggiunto il papa - questo segno impersona la Chiesa, la comunità cristiana di tutti i tempi. Essa è incinta, nel senso che porta nel suo seno Cristo e lo deve partorire al mondo: ecco il travaglio della Chiesa pellegrina sulla terra, che in mezzo alle consolazioni di Dio e alle persecuzioni del mondo deve portare Gesù agli uomini”.

“E’ proprio per questo, perché porta Gesù, che la Chiesa incontra l’opposizione di un feroce avversario, rappresentato nella visione apocalittica da "un enorme drago rosso" (Ap 12,3). Questo dragone ha cercato invano di divorare Gesù – il "figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni" (12,5) –, invano perché Gesù, attraverso la sua morte e risurrezione, è salito verso Dio e si è assiso sul suo trono. Perciò il dragone, sconfitto una volta per sempre nel cielo, rivolge i suoi attacchi contro la donna – la Chiesa – nel deserto del mondo. Ma in ogni epoca la Chiesa viene sostenuta dalla luce e dalla forza di Dio, che la nutre nel deserto con il pane della sua Parola e della santa Eucaristia. E così in ogni tribolazione, attraverso tutte le prove che incontra nel corso dei tempi e nelle diverse parti del mondo, la Chiesa soffre persecuzione, ma risulta vincitrice. E proprio in questo modo la Comunità cristiana è la presenza, la garanzia dell’amore di Dio contro tutte le ideologie dell’odio e dell’egoismo”.

“L’unica insidia di cui la Chiesa può e deve aver timore – ha concluso - è il peccato dei suoi membri. Mentre infatti Maria è Immacolata, libera da ogni macchia di peccato, la Chiesa è santa, ma al tempo stesso segnata dai nostri peccati. Per questo il Popolo di Dio, peregrinante nel tempo, si rivolge alla sua Madre celeste e domanda il suo aiuto; lo domanda perché Ella accompagni il cammino di fede, perché incoraggi l’impegno di vita cristiana e perché dia sostengo alla speranza. Ne abbiamo bisogno, soprattutto in questo momento così difficile per l’Italia, per l’Europa, per varie parti del mondo. Maria ci aiuti a vedere che c’è una luce al di là della coltre di nebbia che sembra avvolgere la realtà. Per questo anche noi, specialmente in questa ricorrenza, non cessiamo di chiedere con fiducia filiale il suo aiuto: ‘O Maria, concepita senza peccato, prega per noi che a te ricorriamo’. Ora pro nobis, intercede pro nobis ad Dominum Iesum Christum!”.