Mar Giallo, cresce la tensione fra Seoul e Pechino. E Tokyo potrebbe intervenire
Oggi i funerali della guardia costiera uccisa da pescatori cinesi illegali nel Mar Giallo. La società e la politica coreana chiedono misure più dure contro gli sconfinamenti cinesi. E Tokyo pensa a una base militare nel Mar cinese orientale. La politica della Cina distrugge la pace nell’area.
Seoul (AsiaNews) - Il funerale di una guardia costiera sudcoreana, uccisa mentre cercava di arrestare alcuni pescatori cinesi entrati in maniera illegale nelle acque territoriali di Seoul, ha riacceso la disputa sulla sovranità sul Mar Giallo. Un gruppo di deputati sudcoreani ha chiesto al governo di intraprendere “misure più dure” contro questi pescatori.

L’ufficiale è stato accoltellato a morte mentre cercava di fermare un peschereccio cinese; un suo collega è stato ferito in modo grave. Si tratta del secondo attacco contro le guardie costiere coreane sul Mar Giallo dal 2008: l’opinione pubblica si è scagliata contro queste aggressioni. I funerali si sono svolti a Incheon davanti a migliaia di persone.

Chung Ok-nim, prima firmataria della risoluzione che chiede maggiori pene contro i pescatori di frodo, dice: “Il governo cinese dovrebbe presentare delle scuse sentite e responsabili, dimostrando al contempo l’intenzione di evitare nuovi sacrifici del genere”. Negli ultimi cinque anni 2 ufficiali sono stati uccisi e altri 28 feriti, tutti per mano di pescatori cinesi.

Il presidente Lee Myung-bak ha dichiarato di essere pronto a “riconsiderare” la visita di Stato in Cina del prossimo gennaio e ha dichiarato: “Prenderemo tutte le misure necessarie per evitare altre tragedie”. Il governo cinese si è detto “dispiaciuto” per l’avvenimento e ha proposto di condurre indagini congiunte con le autorità coreane, ma non ha parlato di indennizzi per la famiglia della vittima.

Di fatto, però, è la politica sempre più aggressiva delle autorità cinesi riguardo le acque contestate a far crescere la tensione internazionale nell’area. Pechino ha inviato ieri la Haijian, corvetta di ricognizione da 3mila tonnellate, nel Mar cinese orientale per riaffermare i propri presunti diritti su quelle acque e sulle isole locali. Giappone e Taiwan, da parte loro, ritengono di avere gli stessi diritti.

Nobuteru Ishihara, leader del Partito liberal-democratico e prossimo premier nipponico (in caso di vittoria alle elezioni) ha dichiarato che il Giappone dovrebbe costruire una base militare proprio su quelle isole per contrastare queste aggressioni cinesi. Le Diaoyu, che i giapponesi chiamano Senkaku, sono disabitate ma ricche di risorse naturali.