Con Vaclav Havel “muore un amico del Tibet e della Cina”
Il Dalai Lama ricorda il presidente ceco scomparso a Praga dopo una lunga malattia. Autore de “Il potere dei senza potere” – che stanno traducendo in cinese – e di quella Charta ’77 che ha ispirato la Charta ’08, manifesto per la democrazia in Cina, ha guidato la protesta internazionale contro la detenzione illegale del Nobel Liu Xiaobo.
Dharamsala (AsiaNews) - Il Tibet e la Cina intera “hanno perso un grande amico, un campione della democrazia e un ispiratore per tutti”. Con queste parole il Dalai Lama ha commentato oggi la morte di Vaclav Havel, figura di spicco della dissidenza mondiale morto ieri a 75 anni a Praga dopo una lunga malattia.

Autore di testi fondamentali per la lotta al comunismo sovietico – “Il potere dei senza potere” del 1978 (in traduzione in lingua cinese) e la famosissima Charta ’77, manifesto fondamentale per la lotta alla repressione di Mosca – ha ispirato la Charta ’08 firmata dal Nobel per la pace Liu Xiaobo. Liu, dissidente e docente cinese, è stato condannato a 11 anni di prigione proprio per aver preparato e diffuso quel documento pro-democrazia.

Havel, primo presidente della Cecoslovacchia libera dal comunismo e poi leader della Repubblica ceca, ha guidato la protesta internazionale contro la detenzione di Liu. Ancora prima del conferimento del Nobel al dissidente cinese, aveva scritto e consegnato una lettera aperta al regime di Pechino chiedendo il rispetto dei diritti umani in Cina e in Tibet. Havel fu anche il primo leader politico mondiale a invitare il Dalai Lama nella sua nazione come capo di Stato in visita.

Il leader del buddismo tibetano, saputo del deterioramento del suo stato di salute, è volato a Praga all’inizio di dicembre e ha passato più di un’ora con quello che ha definito “più di un amico per me, per il Tibet e per la Cina intera”. Lo stesso Dalai Lama volle premiare Havel con il premio “Light of the Truth”, per il suo contributo alla causa del Tibet e alla democrazia mondiale.