Saranno liberati i leader della protesta a Wukan
di Paul Hong
Sarà consegnata anche la salma di Xue Jinbo, morto in prigione, forse sotto tortura. In un messaggio televisivo il governo della contea ammette “errori” e promette una ricompensa agli abitanti a cui sono stati espropriati i terreni.
Hong Kong (AsiaNews) – Tre abitanti di Wukan, arrestati in settembre durante le proteste contro gli espropri di terreni, saranno liberati fra oggi e domani. In un incontro fra le autorità locali e i rappresentanti del villaggio, si è giunti anche all’accordo di rilasciare il corpo di Xue Jinbo, uno dei leader della protesta morto in prigione e che secondo gli abitanti è stato ucciso sotto tortura.

I 13mila abitanti di Wukan (Guangdong) protestano da mesi contro l’esproprio dei terreni del villaggio ad opera delle autorità municipali. In settembre essi hanno attaccato il municipio e una stazione di polizia. Le dimostrazioni si sono accresciute e diffuse in altre città, dopo la morte di Xue Jinbo lo scorso 11 dicembre. A causa di ciò, la polizia da giorni ha isolato il villaggio e non permette l’entrata di derrate alimentari.

Quest’oggi essi avevano programmato una marcia e una manifestazione a Lufeng, per fare pressione sulle autorità della contea, ma l’hanno rimandata dopo aver ricevuto garanzie di un incontro e dopo che le autorità hanno ammesso di “aver compiuto errori”.

Parlando alla televisione, il vice-segretario del partito, Zhu Mingguo, ha affermato che le richieste degli abitanti di Wukan sono “ragionevoli”. Il governo ha anche tolto i posti di blocco attorno al villaggio.

Un portavoce degli abitanti ha detto di aver ricevuto la promessa da parte di Zhu che gli abitanti saranno ricompensati del furto subito.

Il sequestro di terreni o case – senza un adeguato compenso agli abitanti - è divenuto la causa maggiore dei cosiddetti “incidenti di massa” (scioperi, sit-in, manifestazioni, scontri con la polizia,…), che si aggirano sui 180mila all'anno. Secondo l’Accademia delle scienze sociali di Pechino, negli ultimi 30 anni almeno 50 milioni di contadini hanno perso la loro casa e altri 60 la perderanno nei prossimi due decenni.