Mongolia interna: ancora nessuna notizia sui 5 sacerdoti sotterranei arrestati
di Wang Zhicheng
Uno di essi è l’amministratore della diocesi, un altro è il rettore del seminario clandestino. Fino a poco tempo fa l comunità viveva in pace, con una certa tolleranza della polizia. Gli arresti legati alla paura di una «primavera araba» in Cina.
Pechino (AsiaNews/Eda) – Non si hanno ancora notizie sulla sorte di cinque sacerdoti della comunità sotterranea di Suiyuan, arrestati il 30 gennaio scorso. I fedeli però temono ci sia una recrudescenza della persecuzione.

I cinque arrestati sono il p. Giuseppe Zhang, amministratore della diocesi ; p. Giuseppe Ban, rettore del seminario clandestino; tre parroci : i padri Ding, Wang e Zhao. Secondo fonti locali, i cinque erano radunati in una casa privata, verificando il loro lavoro pastorale. Ad un certo punto almeno 30 poliziotti e funzionari hanno invaso il luogo e portato via i sacerdoti. Le autorità non danno alcuna spiegazione sui motivi dell’arresto.

Il fatto stupisce perchè la comunità sotterranea di Suiyuan da tempo gode di tranquillità. Sebbene gli incontri in luoghi non registrati siano proibiti, spesso le autorità poliziesche locali chiudono un occhio, purchè le comunità si radunino senza troppa visibilità.
Finora era avvenuto in questo modo e le autorità avevano lasciato che circa 30 sacerdoti sotterranei evangelizzassero la zona, incontrandosi in case private a piccoli gruppi e nella più grande discrezione.

Secondo analisti, la decisione di arrestare i cinque sacerdoti segna un salto nel controllo e nel soffocamento di gruppi e comunità. Le autorità cinesi sono sempre più in allerta per il timore che all’interno del Paese sorga una rivolta simile alla «primavera araba», resa ancora più possibile dalle difficoltà economiche che stanno provando la Cina, quali l’inflazione sempre più alta e l’aumento di disoccupati causati dalla chiusura di molte fabbriche.

La diocesi di Suiyuan copre un vasto territorio che abbraccia il centro e il sudest della Mongolia interna. Fino al 2002 la diocesi aveva un vescovo, mons. Giuseppe Li Congzhe, morto all’età di 82 anni. Dopo di lui, il p. Giuseppe Zhang,m uno degli arrestati, è divenuto amministratore della diocesi. Agli occhi del governo cinese, però, la diocesi non esiste. All’inizio degli anni ’80 il governo ha ridisegnato i confini delle diocesi rendendole simili a quelle delle province amministrative. In tal modo la diocesi di Suiyuan è stata assorbita in quella di Hohhot, capitale della provincia.

Il vescovo ufficiale di Hohhot è mons. Paolo Meng Qinglu, 47 anni, riconosciuto dalla Santa Sede e dal governo cinese.