Sale il prezzo del petrolio. L'Iran non vende a Francia e Gran Bretagna
La decisione di Teheran potrebbe avere un impatto negativo su Italia, Spagna, Grecia. L'Iran vende soprattutto sui mercati asiatici, in particolare in Cina, Giappone, India, Sudcorea, Turchia.

Teheran (AsiaNews/Agenzie) - Il prezzo del petrolio è salito oggi al livello più alto da nove mesi, dopo che l'Iran ha annunciato che bloccherà le sue vendite a Francia e Gran Bretagna.

Il prezzo delle "futures" è salito dell'1,9% dopo l'annuncio del ministero iraniano di aver cessato le vendite a Parigi e Londra.

La decisione di Teheran non pare però avere un grande impatto.  Nel 2011 la Francia ha acquistato dall'Iran solo il 3% del suo petrolio, mentre la Gran Bretagna afferma da tempo di non essere più cliente dell'Iran.

La decisione di Teheran potrebbe avere conseguenze su quei Paesi Ue che ancora comprano petrolio da essa e che dovrebbero interrompere gli acquisti solo dal 1° luglio, secondo un embargo concordato con Ue e Stati Uniti per attuare nuove sanzioni contro il programma nucleare iraniano.

Teheran continua a rivendicare il suo diritto a sviluppare il programma nucleare ma molta parte della comunità internazionale teme che esso miri allo sviluppo di armi, accusa che l'Iran ha sempre negato.

Fra i Paesi Ue che potrebbero risentire di un blocco anticipato delle vendite, vi è l'Italia, che prende dell'Iran il 13% del suo petrolio; la Spagna con il 12% e la Grecia con il 30%.

L'Iran produce 3,5 milioni di barili al giorno. Di questi, solo il 20% va alla Ue; il resto è venduto in Asia, in particolare alla Cina e all'India. Nei primi sei mesi del 2011, la Cina ha acquistato dall'Iran il 22% del suo petrolio; il Giappone il 14%; l'India il 13%; la Corea del Sud il 10%; la Turchia il 7%.