Phnom Penh: una legge sulla pesca, per proteggere il delfino del Mekong
I ministeri di Turismo, Agricoltura e Trasporti hanno proposto una norma che regola l’attività per un tratto lungo 180 km. Il governo approverà il disegno entro le prossime settimane; sarà interdetto, fra gli altri, l’uso delle gabbie e delle reti da imbrocco. Esperto del Wwf plaude: divieto “essenziale”.

Phnom Penh (AsiaNews/Agenzie) - Tre ministeri cambogiani hanno lanciato una proposta di legge, volta a regolamentare la pesca in un tratto specifico del fiume Mekong; la norma intende salvaguardare i delfini dell'Irrawaddy, una specie che vive in acqua dolce ed è "a rischio" sopravvivenza nel Paese. Touch Sieng Tana, capo del Dipartimento semi-governativo per la tutela del delfino del Mekong, conferma che i dicasteri del Turismo, dell'Agricoltura e dei Trasporti presenteranno un disegno di legge all'esecutivo, che "limita" le attività di pesca per un tratto lungo 180 km.

Nel dettaglio, il provvedimento non intende proibire del tutto le attività di pesca; esso prevede invece alcune disposizioni ben precise, come il divieto di utilizzo delle case galleggianti, delle gabbie per pesci e delle reti da imbrocco, una variante delle reti a maglia che cattura tutte le specie acquatiche che finiscono al suo interno. Touch Sieng Tana aggiunge che il governo dovrebbe convertire in legge il disegno "entro le prossime settimane".

Il Dipartimento spiega che vi sono circa 180 delfini che vivono nella parte cambogiana del fiume Mekong, immensa distesa di acqua che scorre anche attraverso Cina, Laos e Vietnam. Tuttavia, fonti del Wwf  rispondono che gli esemplari non superano gli 85. E se in totale nei fiume di acqua dolce in Asia se ne trovano circa 7mila - in maggioranza in Bangladesh - dove secondo gli esperti sono esemplari "vulnerabili", il sottogruppo che abita la Cambogia è considerato "fortemente a rischio".

Gordon Congdon, esperto del Wwf, sottolinea che "il bando o la riduzione significativa" dell'uso di reti nell'habitat dei delfini è "essenziale" per garantirne la sopravvivenza nel Mekong. Fra queste, "il pericolo maggiore" deriva dall'utilizzo delle reti da imbrocco.

Per cercare di arginare la diminuzione degli esemplari, la Cambogia nel 2007 ha lanciato un piano da 700mila dollari, in collaborazione con l'Ente mondiale del turismo: esso prevede, fra gli altri, una campagna di sensibilizzazione fra i villaggi di pescatori sul fiume, per convincerli ad abbandonare l'attività a favore di un impiego nel settore del turismo (cfr. AsiaNews 06/09/2008 Cambogia, turismo "eco-sostenibile" per salvare il delfino del Mekong).