Vescovi del Tamil Nadu al governo: Basta tormentare i cristiani di Tuticorin
di Nirmala Carvalho
Le autorità ancora non sbloccano i conti bancari di due ong diocesane guidate dal vescovo Yvon Ambroise, per presunti finanziamenti illeciti della protesta antinucleare. Portavoce delle organizzazioni: “Governo ridicolo, quei fondi servono per orfanotrofi e malati”. I servizi delle ong sono rivolti soprattutto a indù.

Chennai (AsiaNews) - Il governo centrale deve smettere di tormentare i cristiani e ritirare i commenti negativi contro la diocesi di Tuticorin. Mons. A.M. Chinnappa, arcivescovo di Madras-Mylapore e presidente della Conferenza episcopale del Tamil Nadu, interviene in difesa di mons. Yvon Ambroise, vescovo di Tuticorin, denunciato dalle autorità per il presunto finanziamento della protesta antinucleare. Dal 9 febbraio scorso, il governo ha congelato i conti bancari di quattro ong, comprese la Tuticorin Diocesan Association e la Tuticorin Multipurpose Social Service Society, guidate dal prelato. L'accusa è di aver usato i loro fondi stranieri - destinati a orfani, disabili, prevenzione e cura della lebbra - per le manifestazioni contro la centrale nucleare di Koodankulam.

"Se la mia gente soffre - sottolinea mons. Ambroise -, come vescovo sono dalla loro parte. Ma questo non vuol dire istigare. Non riusciamo a capire perché il governo stia coinvolgendo in modo personale me e la mia diocesi. Tutti sono coinvolti, perché non stanno protestando solo i cristiani".

Ad AsiaNews p. William Santhaam, portavoce delle ong guidate dal prelato, specifica: "Congelando i nostri conti bancari, il governo sta colpendo i più poveri tra i poveri, gli emarginati, quando invece dovrebbe proteggerli. Uno dei conti è riservato a un orfanotrofio. Lì i bambini cristiani sono solo una minoranza, la maggior parte sono indù. Questi bambini non c'entrano nulla con le proteste, e stanno soffrendo. I malati sono quelli che hanno bisogno di maggiore assistenza, e ora si ritrovano ancora più in difficoltà. È ridicolo".

Firmato nel 1988 ma avviato solo nel 1997, il progetto dell'impianto nucleare russo di Koodankulam ha subito diversi rinvii, per ritardi nella fornitura di componenti e l'ostruzionismo della gente. L'11 settembre 2011, più di 127 persone del villaggio di Idinthakarai hanno iniziato a digiunare in segno di protesta. Dopo 12 giorni, la gente ha interrotto lo sciopero della fame per le promesse (non mantenute) di J. Jayalitha, chief minister dello Stato, che aveva garantito di fermare il progetto.