Per la prima volta atlete saudite alle Olimpiadi
Una decisione in tal senso sarebbe stata presa dal principe ereditario Nayef, purchè la partecipazione "rispetti le norme della decenza femminile e non contraddica la legge islamica", E sul filogovernativo Arab News un editoriale afferma la necessità di garantire uguali diritti alle donne.

Riyadh (AsiaNews/Agenzie) - Per la prima volta nella storia delle Olimpiadi, a Londra dovrebbero poter gareggiare anche atlete dell'Arabia saudita. Lo sostiene l'autorevole Al-Hayat, solitamente ben nformato, secondo il quale una decisione in tal senso sarebbe stata presa da Nayef bin Abdulaziz, ministo degli interni e soprattutto principe ereditario del Regno.

A quanto afferma il quotidiano, Nayef  avrebbe dato il suo consenso per la partecipazione a sport che "rispettano le norme della decenza femminile e non contraddicono la legge islamica".

L'annuncio cade in un periodo nel quale re Abdullah appare impegnato a ottenere una lentissima, ma progressiva modernizzazione della cultura del suo Paese. Significativamente, ieri un editoriale del filogovernativo Arab News è intitolato "Le donne saudite hanno urgente bisogno di eguali diritti".

Nell'articolo, si afferma tra l'altro che "le donne comprendono più della metà della popoazione del nostro Paese e, francamente, nessun reale sviluppo sociale può essere realizzato senza di loro"; che "l'Islam è una grande religione, ma alcuni di noi diffondono il messaggio sbagliato" e "reprimono i dirtti civili delle donne"; che "l'Arabia saudita ha la responsabilità morale di rispettare e proteggere i diritti umani di tutti i suoi cittadini".  Ancora: "sebbene il Corano affermi chiaramente che la libertà personale deve essere sempre rispettata e cioè che a ognuno, uomo o donna, deve essere permesso di prendere le poprie decisioni, la tragica realtà e che le donne non sono libere di farlo e non possono vivere una vita normale". L'editoriale termina chiedendo agli uomini sauditi di appoggiare l'impegno del re per le riforme, comprese quelle per la reale parità tra tutti i cittadini, uomini e donne.