Il Papa benedice il futuro di Cuba e incontra Fidel Castro
Nel saluto all'aeroporto dell'Avana, Benedetto XVI invita a superare le "limitazioni" alle libertà fondamentali e le "misure economiche restrittive" per costruire il progresso dell'isola. L'urgenza del dialogo e del superamento di "posizioni inamovibili" e "punti di vista unilaterali" Ai vescovi e ai fedeli chiede "entusiasmo" e "costanza" nell'evangelizzazione. Fidel Castro entusiasta della beatificazione di Madre Teresa e di Wojtyla.

L'Avana (AsiaNews) - "Hasta siempre, Cuba, terra impreziosita dalla presenza materna di Maria. Che Dio benedica il tuo futuro": con queste parole di conforto e di speranza Benedetto XVI ha salutato ieri alle 16.30 locali il popolo e le autorità cubane dopo tre giorni di visita nell'isola. Poche ore prima è avvenuta l'attesissima visita di Fidel Castro, che ha incontrato il pontefice alla nunziatura de L'Avana. Il Lider Maximo, infragilito dalla malattia, ha mostrato entusiasmo per la beatificazione di Madre Teresa e di Giovanni Paolo II e ha parlato di alcune tematiche spirituali.

Il motivo immediato del viaggio di Benedetto XVI a Cuba era la festa per i 400 anni dal ritrovamento della statuetta della Virgen del Cobre, ma più in profondità, era per spingere il governo a fare dei passi di maggiore libertà per la Chiesa e la società, e sostenere i cristiani nel loro impegno di evangelizzazione e di impegno sociale.

Nel suo discorso di saluto, il papa spera che la sua testimonianza di questi giorni "rafforzi l'entusiasmo e la sollecitudine dei Vescovi cubani", ai sacerdoti e religiosi; dia "nuovo impulso a quanti cooperano, con costanza ed abnegazione, nell'opera di evangelizzazione, specialmente ai fedeli laici, affinché, intensificando la loro dedizione a Dio negli ambienti di vita e nel lavoro, non si stanchino di offrire con responsabilità il loro apporto al bene e al progresso integrale della patria".

E in un accenno all'embargo Usa che rende difficile l'economia del Paese e alla mancanza di libertà che domina ancora nell'isola, Benedetto XVI aggiunge: "Che nessuno si senta impedito a prendere parte a questo appassionante compito, per limitazione delle proprie libertà fondamentali, né si senta esonerato da esso, per negligenza o carenza di mezzi materiali. Situazione che risulta aggravata quando misure economiche restrittive imposte dal di fuori del Paese pesano negativamente sulla popolazione".

"Il rispetto e la cura della libertà che palpita nel cuore di ogni uomo è imprescindibile per rispondere in modo adeguato alle esigenze fondamentali della sua dignità, e costruire così una società nella quale ciascuno si senta protagonista indispensabile del futuro della propria vita, della propria famiglia e della propria patria".

Egli spera che "tutti i cubani, ... dalla mano di Cristo, scoprano il vero senso delle ansie e dei desideri che annidano nel cuore umano, e abbiano la forza necessaria per costruire una società solidale, nella quale nessuno si senta escluso". E invita Cuba e il mondo al superare chiusure  e durezze per affermare il dialogo come unica via per la pace: "L'ora presente reclama in modo urgente che, nella convivenza umana, nazionale ed internazionale, si eliminino posizioni inamovibili ed i punti di vista unilaterali che tendono a rendere più ardua l'intesa ed inefficace lo sforzo di collaborazione. Le eventuali discrepanze devono essere risolte ricercando, senza stancarsi, ciò che unisce tutti, con un dialogo paziente e sincero e una volontà sincera di ascolto che accolga obiettivi portatori di nuove speranze".

Nella mattinata il papa aveva celebrato la messa nella Piazza della Rivoluzione, alla presenza di oltre 300mila fedeli. Rientrato in nunziatura, egli ha atteso Fidel Castro. La visita non era nel programma iniziale del pontefice, ma lo stesso Castro aveva espresso il desiderio di passare "qualche minuto" col papa.  Il direttore della Sala stampa vaticana, p. Federico Lombardi, ha riferito che

l'incontro, durato mezz'ora,  è stato "molto cordiale".. "Il papa ha parlato della sua contentezza di essere a Cuba e della cordialità con la quale è stato accolto. Fidel ha raccontato di aver seguito tutto il viaggio alla tv". Fidel Castro ha poi ringraziato Benedetto XVI  per due beatificazioni: quella di Madre Teresa, benefattrice di Cuba, per la quale egli aveva venerazione e gratitudine, e quella di Giovanni Paolo II, che venne a Cuba nel 1998. I due anziani leader, quasi coetanei, hanno anche scherzato sulla loro età: quasi 85enne il papa,  quasi 86enne il 'Lider Maximo': "Sono anziano ma posso ancora fare il mio dovere", ha detto il pontefice.

All'incontro era presente la signora Dalia, sposa di Fidel, e i due figli che sono stati poi presentati al pontefice.

Il dialogo ha anche toccato argomenti filosofici e teologici, anche perché', come ha ricordato p. Lombardi, "adesso la vita del comandante è di riflessione e scrittura". Fidel ha chiesto al Pontefice di spiegargli i cambiamenti della liturgia della Chiesa, diversa da quella preconciliare, da lui conosciuta da giovane.

L'ex presidente cubano ha pure messo in luce infatti "la difficoltà dei tempi di oggi, con la scienza che si trova a non saper rispondere alle esigenze dell'umanità di oggi". E "il Papa ha collegato questo tema con l'assenza di Dio, con il non conoscimento di Dio che è importante per dare libertà e responsabilità".

Fra l'altro, Fidel ha anche domandato cosa fa un papa e Benedetto XVI gli ha risposto spiegando il valore dei suoi viaggi per incontrare i diversi popoli e per cucire l'unità della Chiesa universale.

Durante questi tre giorni il papa non ha incontrato alcun dissidente o rappresentanti di movimenti come le "Dame in bianco", che chiedono la liberazione dei prigionieri di coscienza. Proprio nei giorni della visita, almeno 60 persone sono state arrestate o poste agli arresti domiciliari per tenerle lontane dalla messa di ieri. Secondo organizzazioni per i diritti umani, il telefono di alcune persone o gruppi era stato tagliato.

Ma nei giorni precedenti la visita, il nunzio all'Avana aveva incontrato le Dame in bianco. E p. Lombardi ha fatto notare che il papa, pur non avendo incontrato fisicamente i dissidenti, aveva ben presente la loro situazione . "E' vero - ha detto - che il Papa ha incontrato Fidel Castro e non i dissidenti, ma le loro attese erano ben presenti nei discorsi che ha pronunciato e nei colloqui con le autorità cubane". Benedetto XVI, ha ricordato ancora, "ha parlato dei detenuti e delle persone che sono lontane da Cuba o in situazioni difficili".