Guangzhou, manifestanti a Hu Jintao: “Pubblica i tuoi redditi”
La polizia della capitale del Guangdong entra in azione e arresta almeno due dei giovani dimostranti. La legge cinese prevede la pubblicazione dei beni di proprietà della leadership comunista, ma non è mai stata applicata.

Guangzhou (AsiaNews) - La polizia di Guangzhou ha arrestato almeno due persone che, insieme ad altre 7, erano scesa in piazza per chiedere al presidente della Cina Hu Jintao di rendere pubblica la propria situazione finanziaria e di introdurre nel Paese delle riforme democratiche. I 9 manifestanti - tutti fra i 20 e i 40 anni - hanno sfilato per le strade del distretto di Tianhe con dei piccoli pezzi di carta su cui erano scritti slogan come "Hu Jintao, per favore, fai il primo passo e svela il tuo patrimonio"; "Senza voto non c'è futuro" e "Uguaglianza, giustizia, libertà, diritti umani, stato di diritto, democrazia".

Xiao Yong, 37 anni, è sparito lo scorso 3 aprile. Di altri 3 manifestanti - Ou Ronggui, Yoang Chong e Huang Wenxun - non si hanno notizie certe. Tang Jingling, avvocato che opera nella capitale del Guangdong, ha confermato al South China Morning Post che Huang (studente all'università Sun Yat-sen) è stato portato alla stazione di polizia del distretto di Haizhou. La moglie di Xiao ha invece ricevuto la notifica dell'arresto del marito, che è incriminato per "assembramento non autorizzato".

La legge sulla trasparenza dei redditi dei pubblici ufficiali è in vigore in Cina sin dal 1994; tutta la leadership comunista ha più volte sottolineato come soltanto con la pubblicazione dei beni finanziari dei dirigenti pubblici si può combattere la corruzione. Tuttavia, come per moltissime altre leggi cinesi, anche questa è rimasta soltanto sulla carta: i dettagli economici dei dirigenti comunisti - quando vengono comunicati - rimangono chiusi negli uffici del Partito.

Nonostante gli appelli del premier Wen Jiabao, che ha chiesto più volte al Partito di combattere davvero la corruzione tramite la trasparenza, le richieste pubbliche di onestà vengono punite. Lo scorso mese un gruppo di 180 cybernauti ha chiesto alla dirigenza comunista di dichiarare il proprio reddito: sono stati invitati tutti a "prendere un tè" con la polizia, un eufemismo per indicare un interrogatorio non ufficiale.