Bancarotta nell'edilizia; profitti delle aziende di Stato a meno 13,6 per cento
Due ditte di costruzione hanno dichiarato bancarotta per impossibilità a pagare i debiti. Il 50% delle costruzioni cinesi rimane invenduto e la stretta creditizia delle banche getta le ditte in crisi di liquidità. Sulle industrie statali pesa la diminuzione della domanda dall'estero. Per alcune compagnie marittime i trasporti sono scesi quasi a zero e i profitti diminuiti quasi del 100%.

Pechino (AsiaNews) Si moltiplicano sempre più segnali di difficoltà nell'economia cinese, con una serie di bancarotta dichiarata da alcune ditte di costruzione nel Guangdong e ad Hangzhou. Nello stesso tempo, nel primo trimestre i profitti della aziende di Stato sono scesi del 13,6%.

Nel Guangdong del sud, la Guangdeye Property development di Shunde ha dichiarato bancarotta due giorni fa a causa dell'impossibilità di pagare i suoi debiti. La ditta privata non costruiva nuovi progetti dal 2008, quando ha cominciato ad avere problemi di finanziamento.

Ad Hangzhou, la Hangzhou Jinxiu Real Estate, impegnata nelle costruzioni di appartamenti di lusso, ha dichiarato bancarotta. Negli anni scorsi, grazie a una facilità di prestiti delle banche Statali, le compagnie edilizie hanno creato progetti ovunque superando le necessità reali. Secondo l'economista Andy Xie, la Cina oggi ha più case di quanto ne abbia bisogno. Già oggi l'area abitativa per persona, pur servendo 650 milioni di residenti urbani, è più alta di quella dell'Europa e del Giappone. Le proprietà costruire potrebbero dare casa ad altri 200 milioni di persone, pari all'incremento di 15 anni nella popolazione urbana. A Pechino e Shanghai il prezzo medio per metro quadro supera il valore di cinque mesi di un salario medio e secondo calcoli di alcuni mesi fa, almeno il 50% delle nuove costruzioni è rimasto vuoto e invenduto. Per frenare la bolla speculativa, il governo ha imposto limiti ai prestiti delle banche e all'acquisto di seconde e terze case, gettando però le ditte di costruzione in crisi di liquidità.

Analisti si aspettano un'ondata di bancarotte anche a Pechino e a Shanghai.

Quest'oggi sono state diffuse le cifre sui profitti delle industrie statali, che nel primo trimestre del 2012 sono scesi de 13,6%. Il debole risultato era previsto dato che compagnie come la China Cosco, per i trasporti marittimi ha registrato nel primo trimestre 2012  perdite nei profitti del 98,84, dopo un 2011 in totale perdita.

L'economia cinese sta soffrendo a causa della riduzione della domanda dall'estero, ma anche per un modello obsoleto di sviluppo e per la corruzione delle autorità (v.: 30/11/2011 Docente cinese: "La nostra economia è sull'orlo del baratro. Pechino sta barando").