Il "caso Chen" continuerà a scuotere la politica di Pechino e Washington
di Wei Jingsheng
La scelta di andare negli Usa, ancora non confermata, porta diverse implicazioni che complicano la vita dei due governi. Il regime comunista è costretto a perseguitare il dissidente, la sua famiglia e i suoi amici per mantenere intatto il controllo ferreo sulla società rurale; l'amministrazione Obama rischia di perdere la ri-elezione. L'analisi del grande dissidente.

Washington (AsiaNews) - Chen Guangcheng è un avvocato cieco che lavora per i diritti umani. Nonostante il suo handicap fisico, la sua volontà non è menomata. Ha difeso i cittadini della sua città natale che venivano perseguitati. Di conseguenza i dirigenti locali lo hanno perseguitato e lo hanno mandato in galera per 4 anni. Dopo aver finito i suoi 4 anni di galera è tornato a casa e ha continuato a difendere i suoi concittadini. Questa attività ha colpito gli interessi dei tiranni locali e dei cittadini malvagi e lo ha reso ancora una volta oggetto di varie forme di persecuzione fra cui sorveglianza illegale, arresti domiciliari, pestaggi e altre attività sempre al massimo della cattiveria. Questa persecuzione è un fenomeno comune nei villaggi della Cina.

La base sociale del Partito comunista cinese nelle aree rurali è fatta da plebaglia e funzionari malvagi. La politica nazionale base del regime comunista prevede la loro connivenza con la violazione delle leggi e della disciplina nello sforzo di stabilizzare l'ordine rurale. Essendo un caso tipico, l'attenzione mondiale si è concentrata su Chen Guangcheng.

Meno di due settimane fa, grazie all'aiuto di alcuni amici, Chen Guangcheng è scappato dagli arresti domiciliari imposti dai funzionari locali e dalla plebaglia. Ancor più sorprendente è il fatto che sia riuscito a entrare nell'ambasciata americana a Pechino, cosa che è divenuta una grande e sensazionale notizia per tutto il mondo. Per più di una settimana la questione Chen Guangcheng è andata avanti e indietro in maniera ripetuta, e questo fattore ha aumentato l'attenzione dell'opinione pubblica di tutto il mondo. Questa attenzione ha messo in imbarazzo sia il governo cinese che quello americano, e ha creato un dilemma da risolvere.

Dal punto di vista del governo americano, la tempistica e l'ambientazione di questo affare non sono stati buoni: esso è iniziato a pochi giorni dai Dialoghi economici e strategici sino-americani che si sono svolti a Pechino. Un fuggitivo residente all'interno dell'ambasciata americana a Pechino e che causa un mal di testa al governo cinese avrebbe di certo colpito l'atmosfera dei Dialoghi. Le notizie riguardo questo fuggitivo erano così prominenti, e colpivano così tanto la priorità dei colloqui, che entrambe le parti erano ansiose di mettere Chen Guangcheng fuori dall'ambasciata.

Il governo cinese osserva da vicino le parole e le espressioni dell'America e sa che gli americani non sono abbastanza forti. Di conseguenza, in privato hanno seguito la corrente di pensiero statunitense e hanno promesso condizioni impossibili da attuare. Come prima cosa hanno messo Chen fuori dall'ambasciata in modo da renderlo un ostaggio nelle mani del governo cinese, e poi si sono assestati su posizioni più dure. Agli occhi dei giovani e cinici patrioti cinesi, Pechino ha segnato un punto.

Tuttavia, dopo essere stato riportato nelle mani del governo comunista Chen Guangcheng - che non si fa molte illusioni sul regime - ha iniziato a capire quanto la situazione fosse seria. Ha avanzato nuove richieste e ha espresso il desiderio di lasciare la Cina  nel tentativo di evitare la persecuzione contro la sua intera famiglia. Questo cambiamento ha annullato il punto appena segnato dal governo comunista. Anche i giovani patrioti si sono sentiti molto umiliati.

Ancora più importante è il fatto che, appena rientrato nelle mani cinesi, Chen Guangcheng è divenuto una patata bollente anche per Pechino. Ora non è possibile continuare la politica di persecuzioni contro di lui. Con tutta l'attenzione della comunità internazionale, se Chen fosse ancora perseguitato nonostante le garanzie del governo americano si scatenerebbero per forza dispute diplomatiche serie, in grado di colpire sia le relazioni sino-americane che gli interessi del grande capitale. Quindi Chen non dovrebbe essere più perseguitato.

Ma fermare la persecuzione contro Chen Guangcheng non può funzionare. Sarebbe un incoraggiamento alla ribellione per la popolazione rurale, e questo significherebbe la restrizione degli interessi della plebaglia e dei malvagi dirigenti locali. Come potrebbero i fondamenti sociali del Partito comunista nelle aree rurali, di conseguenza, sopprimere quelle popolazioni? I funzionari locali non sarebbero d'accordo, i loro rappresentanti presso la leadership comunista non sarebbero d'accordo e quindi il Partito comunista non sarebbe d'accordo.

Quindi per il regime comunista non va bene né continuare la persecuzione, né fermarla. Se Chen Guangcheng resta in Cina, il regime comunista dovrà affrontare un grande dilemma. È per questo che hanno immediatamente aumentato la pressione sulla famiglia di Chen, per costringerlo a lasciare il Paese e andare negli Stati Uniti. Non è una buona idea lasciare questa patata bollente nelle mani degli americani.

Ma anche buttare Chen fuori dal Paese non funzionerà. I giovani patrioti cinici non sarebbero d'accordo, i loro rappresentanti all'interno della leadership del Partito comunista non sarebbero d'accordo e lo scontro interno al Partito comunista ancora in corso non mette d'accordo nessuno. Chiunque dovesse prendere questa decisione sarebbe attaccato con forza; nessuno vuole essere responsabile. Ovviamente i diplomatici vogliono liberarsi di questa responsabilità. Dopo tutto gli affari interni non rientrano nelle loro competenze. Ma non hanno alcun potere decisionale.

Mentre lo scontro interno al Partito comunista raggiunge un livello bollente a causa dell'incidente legato a Bo Xilai, chi avrebbe l'audacia di prendere questa decisione? Soltanto i successori in attesa [Wei si riferisce a Xi Jinping e Li Keqiang, in procinto di divenire il presidente e il primo ministro della Cina ndr], che per adesso non hanno alcuna responsabilità. Se ritengono inattaccabile il loro status di successori, allora prendere la decisione di lasciare andare Chen all'estero permetterà loro di accumulare una reputazione positiva nel campo di risoluzione delle crisi. E questo sarà loro di beneficio per il futuro sia all'interno del Paese che nel campo degli affari esteri.

L'esilio di Chen Guangcheng negli Stati Uniti ha un impatto molto significativo anche sulla politica americana, non minore di quello sulla politica cinese. La decisione americana di portare Chen fuori dall'ambasciata è stata all'epoca un errore dovuto a miopia. L'amministrazione americana si preoccupava del fatto che il caso Chen potesse colpire la prima mossa di quella partita a scacchi che sono i Dialoghi economici e strategici sino-americani, e quindi hanno deciso senza pensare alle conseguenze politiche di una nuova persecuzione contro Chen in Cina.

Questo fattore di sicuro colpirà la rielezione del presidente Obama. I politici repubblicani hanno usato l'affare Chen Guangcheng per dare il via a una serie di attacchi contro il presidente. Anche gli elettori democratici non possono tollerare che i dissidenti politici che riescono a entrare nell'ambasciata americana siano rimandati nelle mani di un governo autocratico che si prepara a perseguitarli. Di sicuro questo dato aumenta le difficoltà di una rielezione per Obama. Da questo punto di vista, decidendo per l'esilio in America, Chen ha salvato la presidenza Obama.

Nonostante ciò, il cambiamento avvenuto dentro Chen potrebbe lo stesso portare a delle decisioni sbagliate, data la volontà dell'amministrazione americana di un successo rapido. L'amministrazione verrà ancora criticata e non sarà in grado di riparare a tutte le perdite. E poi le cose continueranno a svilupparsi. Se soltanto Chen va in esilio sua moglie, i suoi figli e la sua anziana madre continueranno a essere perseguitati. Se la sua famiglia stretta andrà con lui in esilio, i suoi parenti e coloro che lo hanno aiutato continueranno a essere perseguitati. Questa persecuzione è la concessione che il Partito comunista farà alla sua base sociale. Devono avere qualcuno da perseguire, "uccidere le galline per spaventare le scimmie". È un bisogno politico, per loro.

I media e i politici repubblicani non perderanno occasione per usare questi sviluppi. Da tre anni a questa parte, il governo cinese è divenuto il campo in cui provare che la politica dell'amministrazione Obama non si preoccupa dei diritti umani. Il regime cinese crede che quella guidata da Obama sia un'amministrazione debole. Credono inoltre che la forza economica della Cina abbia indebolito gli Stati Uniti. Molestare l'America per ottenere dei punti nella politica interna è divenuta un'attività praticata da diverse fazioni di politici all'interno del Partito comunista cinese.

Basandoci su queste analisi, possiamo dire che la questione Chen Guangcheng continuerà a fermentare. Avrà un impatto profondo sulle questioni domestiche cinesi e americane e colpirà le relazioni bilaterali fra i due Paesi. Questo impatto non sarà controllato da Chen Guangcheng o dai due governi.