Pechino, Seoul e Tokyo in dialogo per una zona di libero scambio
La nuova zona unirebbe un mercato per 1,5 miliardi di persone, con una crescita del Pil fino al 3%. Nel 2011 il commercio fra le tre nazioni รจ stato di 690 miliardi di dollari Usa; nel 1999 era di 130 miliardi. Analisti prevedono frizioni con gli Stati Uniti e la loro proposta di Trans-Pacific Partnership. Accordo sulla riduzione della tensione nella regione e nella penisola coreana.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) - I leader di Cina, Sudcorea e Giappone hanno deciso di iniziare i negoziati per una zona di libero scambio fra i tre Paesi. L'incontro fra ieri e oggi, dovrebbe, secondo le parole del premier cinese Wen Jiabao,  "scatenare la vitalità economica della regione e dare una forte spinta all'integrazione economica dell'Asia dell'Est".

Wen, l'omologo giapponese Yoshihiko Noda, e il presidente coreano Lee Myung Bak hanno anche firmato un accordo trilaterale per investimenti reciproci, come primo passo verso le integrazioni economiche, che dovrebbe rendere - nelle parole di Noda - "la regione Asia-Pacifico il centro della crescita del mondo".

I leader hanno sottolineato che l'idea di una zona di libero mercato è urgente a causa della crisi economica europea e Usa, delle politiche protezionistiche che vengono mese in atto nel mondo, e per i molti "elementi instabili" che dureranno per lungo tempo.

La zona che si creerebbe metterebbe insieme un mercato di oltre 1,5 miliardi di persone. Secondo la Xinhua, essa farebbe crescere il Pil cinese del 3%; quello coreano del 3,1, quello giapponese dello 0,5. Il ministero coreano del commercio stima che la proposta creerà almeno 300mila nuovi posti di lavoro in Corea. Il volume annuo del commercio fra le tre nazioni ha già raggiunto i 690 miliardi di dollari Usa nel 2011; nel 1999 era solo 130 miliardi.

Vi sono però diverse difficoltà da superare. Anzitutto una diffusa sfiducia e inimicizia storica fra i tre Paesi, a cui hanno contribuito l'invasione di Cina e Corea da parte del Giappone; la guerra di Corea, in cui Pechino ha sostenuto il Nord; la forte concorrenza economica attuale.

Secondo gli analisti, i tre Paesi hanno molte industrie che competono nello stesso campo, come quelle dell'auto e dell'agricoltura e potrebbe essere arduo integrarle. In più. La proposta potrebbe anche scontrarsi con una simile fatta dagli Stati Uniti, che spingono verso una Trans-Pacific Partnership, verso cui il Giappone mostra interesse, a differenza di Cina e Sudcorea.

La Cina ha già firmato accordi di libero mercato con 10 economie mondiali, compresi Nuova Zelanda e Singapore e sta negoziando accordi anche con Islanda, Norvegia e Colombia.

I tre leader sono anche d'accordo nel non accrescere la tensione nella regione e in particolare nella penisola coreana.

Lee Myung Bak ha affermato che le tre nazioni non accetteranno "ulteriori test nucleari o nuove provocazioni".