Attivisti cattolici vietnamiti alla sbarra per “propaganda contro lo Stato”
I quattro, incriminati in base all’Articolo 88 del Codice penale, avrebbero distribuito volantini antigovernativi. Rischiano una pena che varia da tre a 20 anni di galera. In realtà sono giovani impegnati nel sociale, promuovono le attività della Chiesa e programmi contro l’aborto. Hrw: Vietnam contro la libertà di religione ed espressione.

Hanoi (AsiaNews/Agenzie) - Inizia oggi il processo contro quattro giovani attivisti cattolici vietnamiti, alla sbarra con l'accusa di aver condotto "propaganda contro lo Stato". I quattro - Dau Van Duong e Tran Huu Duc, di 24 anni, Chu Manh Son, 23 e Hoang Phong, 25anni - compariranno davanti ai giudici di un tribunale della provincia di Nghe An, nel nord del Paese, incriminati in base all'articolo 88 del Codice penale per aver distribuito "volantini antigovernativi". Human Rights Watch (Hrw) lancia un appello per la loro liberazione, sottolineando che alla base della loro imputazione vi è una persecuzione di natura religiosa e sociale.

Gli attivisti cattolici (nella foto), tutti studenti universitari o neolaureati della città di Vinh, hanno aderito in passato ad attività di volontariato, molte delle quali promosse dalla Chiesa, fra cui la donazione del sangue, l'aiuto a orfani in difficoltà o alle vittime dei disastri naturali. I giovani hanno inoltre promosso iniziative dedicate alle donne, fra cui programmi mirati a sostegno della gravidanza e contro la pratica dell'aborto.

Phil Robertson, vice-direttore per l'Asia di Hrw, sottolinea che "sono volontari della zona, che sostengono il lavoro della Chiesa cattolica", impegnati nel sociale e attivi nel fornire "aiuti di base giornalieri" a quanti vivono situazioni di difficoltà, spinti ad agire "secondo i principi trasmessi dalla loro fede". Egli aggiunge che la loro incriminazione è un "segnale evidente" che "il Vietnam non rispetta la libertà di religione o espressione".

L'articolo 88 del Codice penale è spesso usato per arresti e incriminazioni arbitrarie contro blogger, attivisti e rappresentati della società civile. Tre dei quattro imputati sono in carcere dall'agosto scorso, mentre il quarto è stato arrestato a dicembre. Solo di recente hanno avuto la possibilità di nominare e incontrare un legale. Se condannati, essi rischiano una pena che varia da tre a 20 anni di galera.

La Costituzione del Vietnam garantisce - almeno a livello teorico - la libertà di religione; tuttavia, la pratica del culto è sorvegliata con attenzione ed è sotto il diretto controllo dello Stato. I cattolici, con oltre sei milioni di fedeli, sono la seconda religione per importanza dopo il buddismo; in passato si sono registrati numerosi scontri fra fedeli e il governo di Hanoi, soprattutto per quanto riguarda le proprietà della Chiesa e altre questioni di diritto.

Nel marzo scorso due attivisti cattolici, Vo Thi Thu Thuy e Nguyen Van Thanh, entrambi  accusati di essere legati al sacerdote dissidente Nguyen Van Ly, sono stati condannati in base all'Articolo 88 a tre e cinque anni di prigione (cfr. AsiaNews 09/03/2012 Due cattolici vietnamiti condannati per attività "antigovernative": "Accuse false"). Al momento altri 12 blogger e leader pro diritti umani cattolici, fra cui il famoso internauta Ta Phong Tanad Le Van Son, sono rinchiusi in carcere in attesa di processo. Di questi, la maggioranza appartiene ai Redentoristi di Thai Ha (ad Hanoi) e Ky Dong (a Ho Chi Minh City).