Damasco, Annan incontra Assad per salvare il piano di pace
Sul faccia a faccia pesa ancora il “massacro” dei giorni scorsi a Houla. Il diplomatico ha definito “ripugnante” la strage e chiede la fine delle violenze. Il Consiglio di sicurezza Onu ha condannato Damasco per l’uso di armi pesanti. Ma il governo siriano punta il dito contro ribelli e combattenti. L'appello della Santa Sede alla "cessazione di ogni forma di violenza", rivolto a tutte le parti interessati e alla comunità internazionale.

Damasco (AsiaNews/Agenzie) - È in programma oggi a Damasco l'incontro fra il presidente Bashar al-Assad e l'inviato speciale delle Nazioni Unite-Lega Araba sulla Siria Kofi Annan, estremo tentativo per salvare il piano di pace concordato a fine marzo fra il leader siriano e l'ex capo della diplomazia mondiale. I colloqui di oggi seguono il "massacro" avvenuto il 25 maggio scorso a Houla, nella provincia di Homs, dove sono morte almeno 108 persone, in grande maggioranza donne e bambini. In un'intervista rilasciata ieri ad AsiaNews il Nunzio Apostolico mons. Mario Zenari ha definito il massacro un "crimine insopportabile" che getta una "nuova ombra" sulla guerra. Il prelato ha aggiunto che "non bastano" le "reazioni indignate" degli organi internazionali, ma è giunto il momento in cui l'Onu dia voce "alle iniziative delle comunità siriane, che tentano di reagire alle violenze in modo costruttivo e non con la vendetta".

Diviso in sei punti, il documento per la pace in Siria elaborato da Kofi Annan e appoggiato dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite prevede la fine delle violenze, l'applicazione progressiva di un cessate il fuoco, la fornitura di aiuti umanitari, il rilascio delle persone detenute senza processo, la libera circolazione ai giornalisti, l'avvio di un dialogo politico fra governo e opposizione.

Tuttavia, il massacro dei giorni scorsi rischia offuscare il faccia a faccia di oggi e far precipitare in modo definitivo le esigue speranze di pace. L'inviato speciale per la Siria ha definito la strage un "atto ripugnante", con "conseguenze profonde" sul futuro del Paese. Per questo Kofi Annan auspica che i responsabili siano condotti davanti alla giustizia e invita "chiunque possieda una pistola" a gettare le armi e aderire alla road-map tracciata da Nazioni Unite e Lega Araba.

Il Consiglio di sicurezza Onu ha condannato Damasco per l'uso di artiglieria e carri armati nell'assalto di Houla. Il governo siriano, di contro, punta il dito contro ribelli e combattenti, considerati i veri autori del massacro. Sopravvissuti - in molti si sono finti morti, per scampare alla carneficina - e membri del Free Syrian Army affermano che l'attacco è stato portato da miliziani alawiti di un vicino villaggio. Il racconto sembra confermato anche da gruppi e movimenti attivisti pro diritti umani, anche se non vi sono testimonianze indipendenti perché da tempo media e osservatori non hanno accesso alle zone di guerra.

A proposito della strage di Hula, questa mattina p. Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede ha dichiarato: "La recente strage di Hula, dove ha perso la vita un centinaio di persone, tra cui numerosi bambini, addolora e preoccupa profondamente il Santo Padre e l'intera comunità cattolica, nonché la comunità internazionale, che ha condannato unanimemente l'accaduto. Nel rinnovare il suo appello alla cessazione di ogni forma di violenza, la Santa Sede esorta le parti interessate e tutta la comunità internazionale a non risparmiare alcuno sforzo per risolvere la crisi attraverso il dialogo e la riconciliazione. Anche i leaders e i credenti delle diverse religioni, con la preghiera e la collaborazione vicendevole, sono chiamati a promuovere con grande impegno l'auspicata pace, per il bene di tutta la popolazione".