Mons. Gomis: politici lavorate per diritti umani e libertà religiosa

Messaggio dell'arcivescovo di Colombo per il giorno dell'Indipendenza: pace e solidarietà per risollevare il paese dallo tsunami.


Colombo (AsiaNews) – "Libertà in una società pluralista significa coesistenza pacifica tra etnie e religioni, nel rispetto dei diritti umani". Nel suo messaggio per il 57simo anniversario dell'indipendenza dello Sri Lanka (4 febbraio 1948) l'arcivescovo di Colombo, mons. Oswald Gomis, si rivolge al governo perché si impegni per la pace con i ribelli Tamil e conduca una "politica di valori" senza discriminazioni; allo stesso tempo invita la popolazione a "trascendere le barriere etniche e religiose e lavorare per il bene comune", nel tentativo di risollevarsi dal disastro dello tsunami.

Pur riconoscendo i risultati economici e sociali raggiunti in oltre mezzo secolo di indipendenza, mons. Gomis sottolinea che si devono ancora stabilire "fini e missioni unanimi" all'interno del paese per perfezionare la democrazia. Obiettivo fondamentale: la pace. "Abbiamo bisogno di iniziare i colloqui" (con i ribelli), ha chiesto il vescovo; "il concetto di pace cristiano si basa sulla giustizia permanente, non su temporanei cessate-il-fuoco".

Nel ricordare  che "il rispetto dei diritti umani per tutti i cittadini e lo stato di diritto" sono principi fondamentali e presenti nella Costituzione, "sulla quale giurano i parlamentari",  il vescovo polemizza con il disegno di "legge anticonversione", che persegue come illegale la conversione religiosa. Il mese scorso la Corte Suprema dello Sri Lanka ha definito "incostituzionale" la proposta di legge studiata dal Jathika Hela Urumayaq, perché contraria ai principi di uno Stato "secolare, pluralista e democratico"; se applicata come legge questa giustificherebbe discriminazioni non solo contro le minoranze religiose, ma anche contro la maggioranza buddista.

Mons. Gomis ha poi ricordato che la pace è ostacolata da una crisi su tre livelli: Dio, il prossimo e la natura". Proprio la natura è stata la causa della "più grande catastrofe della storia dello Sri Lanka": lo tsunami del 26 dicembre scorso. Nel suo messaggio il vescovo ha ringraziato i numerosi aiuti arrivati a favore delle vittime e ha invitato la popolazione e i politici a "portare avanti il grande senso di solidarietà dimostrato". "Dobbiamo lavorare come un'unica famiglia - ha concluso -  uniti rinasceremo, divisi andremo alla deriva".

Da oltre 20 anni nelle zone nordest del paese è in atto una guerra tra ribelli separatisti del Liberation Tigers of Tamil Eelam (LTTE) e le forze governative. In Sri Lanka il 69,3% della popolazione è buddista e il 15,5% induista. I cattolici sono il 6,9%. (MA)