Nepal, dipendenti statali si autotassano per fermare i suicidi dei poveri
di Kalpit Parajuli
L'iniziativa del governo giunge dopo i diversi casi di suicidi e omicidi dovuti alla crisi economica. Da gennaio i casi di suicidio e omicidi sono aumentati del 13%. Studenti benestanti aiutano i compagni poveri a pagare mensa e libri scolastici.

Kathmandu (AsiaNews) - Chiedere un'offerta a tutti gli impiegati del governo per aiutare poveri e disoccupati. È l'iniziativa lanciata in questi giorni dalle autorità nepalesi che tentano di affrontare la drammatica crisi economica e politica che sta portando il Paese al collasso. Secondo la polizia da gennaio i casi di omicidio e i suicidi per ragioni legate all'economia sono aumentati del 13%.

Il progetto creato dal governo chiede ai dipendenti a statali di versare una piccola parte del proprio stipendio nepalese in un  fondo comune, l'importo minimo è di una rupia nepalese. L'ammontare sarà destinato ai casi di povertà più gravi e per sostenere coloro che vogliono aprire un'attività

Mahenda Poudel, capo di gabinetto del Primo ministro, spiega che tale decisione è stata presa dopo i numerosi casi di violenza subiti o compiuti da persone che avevano perso il lavoro. "L'iniziativa - sottolinea - è solo un piccolo gesto e siamo consci che servono altri tipi di strategie per affrontare la crisi". La situazione di povertà diffusa ha spinto diverse famiglie facoltose ad aiutare i bisognosi. In diverse scuole statali gli studenti più ricchi hanno raccolto denaro e beni per ridurre le spese della mensa e dei libri.  

Nei mesi scorsi la popolazione è rimasta scioccata da due casi di omicidio-suicidio che hanno aperto un dibattitto sulle gravi conseguenze della crisi e sull'inerzia dei politici. Il 30 marzo Ramia Chaudhari, giovane donna di 25 anni del distretto di Bara (Nepal meridionale), ha ucciso se stessa e i propri figli perché non era in grado di sfamarli e di pagare le loro rette scolastiche. In maggio Radhika Neupane, 37 anni di Dhangadhi (Nepal occidentale) ha avvelenato i suoi figli e tentato di uccidersi. A tutt'oggi la donna non ha rivelato le ragioni del suo gesto, ma secondo la polizia essa era caduta in depressione dopo aver perso il lavoro. Dhanadhi è una delle numerose città dove diverse aziende hanno chiuso a causa dell'instabilità politica del Paese, aumentata dopo il fallimento del varo della nuova costituzione avvenuto lo scorso 28 maggio. Alla crisi interna si aggiunge anche la recessione globale che ha provocato una sensibile riduzione delle rimesse degli oltre 4 milioni di lavoratori migranti che rappresentano circa il 20% del Pil.