Vescovo di Kontum denuncia le autorità vietnamite per il sequestro di edifici religiosi
In una missiva il prelato chiede “equità e giustizia” e la salvaguardia dei “sentimenti del popolo”. A centro della vicenda tre luoghi “presi in prestito” dalle autorità e mai restituiti. Per mons. Michel Hoang Duc Oanh la libertà religiosa è anche “applicazione della legge” e rispetto dei principi di “verità, giustizia e amore”.

Ho Chi Minh City (AsiaNews/Eda) - Una battaglia volta a ottenere "equità e giustizia", per salvaguardare "i sentimenti del popolo" cattolico vietnamita e i suoi "interessi" legittimi. È quanto sottolinea mons. Michel Hoang Duc Oanh, vescovo della diocesi di Kontum, negli altipiani centrali, in merito alle proprietà della Chiesa sottratte in modo illecito dalle amministrazioni locali. Nella missiva rivolta alle massime istituzioni della provincia il prelato, già protagonista in passato di campagne appassionate a tutela della libertà religiosa (cfr. AsiaNews 05/03/2012 Kontum, gli attacchi contro un prete e i cristiani generano "frustrazione e incomprensione"), denuncia "il progetto di distruzione di un centro caritativo" cattolico, ultimo atto di una serie di sequestri e requisizioni di beni di proprietà appartenenti alla Chiesa vietnamita.

La lettera aperta risale al 28 maggio scorso, ma solo negli ultimi giorni è apparsa sul sito Vietcatholich News nella sezione in lingua locale. Essa è indirizzata al presidente del Comitato popolare della provincia di Kontum e, in prima istanza, vuole precisare che la perdita di una proprietà o un bene materiale non è una "ferita mortale". Tuttavia, mons. Michel Hoang Duc Oanh aggiunge che la lotta per la libertà religiosa passa anche attraverso la "difesa della giustizia e dei diritti inalienabili" del popolo e delle proprietà, prese "in prestito" negli ultimi decenni dalle amministrazioni locali e mai restituite.

Il prelato cita "diverse fonti" secondo cui la sezione provinciale del provveditorato agli studi "si appresta a demolire l'insieme del centro caritativo del vescovado di Kontum" per edificare, al suo posto, "un istituto per la formazione del personale delle scuole materne". E le modalità di requisizione della struttura, per mons. Michel, sono sintomatiche del "modo di operare e di fare politica di un regime". Incuranti del fatto che il bene apparteneva alla Chiesa e "dovrebbe essere restituito al legittimo proprietario", aggiunge il vescovo, le autorità locali "continuano a fare come se niente fosse e agiscono violando principi da loro stessi fissati".

Nel concreto, sono tre i casi citati in modo esplicito dal vescovo di Kontum: il convento delle religiose della Carità, costruito negli anni '30 del secolo scorso, e abbattuto per far posto a un istituto governativo; l'espulsione delle suore della Provvidenza dal loro convento e da 30 anni senza sede; il centro caritativo "preso in prestito" nel 1978 e mai più restituito. A questi si aggiungono altri piccoli e grandi esempi di violazioni, che portano fedeli e religiosi a non credere alle promesse del governo, a nutrire sfiducia verso le istituzioni.

"In questa vicenda non si tratta solo di una questione di beni e proprietà" aggiunge mons. Michel Hoang Duc Oanh. "È un fattore di giustizia ed equità: si tratta dei sentimenti del popolo e dei suoi interessi, della legge e del benessere dell'individuo". Non chiediamo dei "favori", conclude il prelato, ma "desideriamo solo essere trattati con la giustizia dovuta ai membri del popolo e che hanno il diritto di vivere correttamente in una società in cui la legge trova piena applicazione pratica" all'insegna dei principi di "verità, giustizia e amore".