Mar Cinese meridionale: vietnamiti in piazza contro le esercitazioni navali di Pechino
di Paul N. Hung
Quattro navi da pattuglia cinesi sono entrate in un’area al centro di aspre contese con Hanoi e Manila. Per il governo si tratta di iniziative volte a difendere la “sovranità nazionale”. Ad Hanoi centinaia protestano davanti all’ambasciata cinese. Per gli esperti le provocazioni di Pechino sono parte di un piano “predefinito”.

Ho Chi Minh City (AsiaNews) - La marina cinese ha inviato quattro navi pattuglia nel mar Cinese meridionale, in un'area al centro di un'aspra contesa politica, economia e territoriale con Vietnam e Filippine. Secondo quanto riferisce un portale governativo di Pechino, le imbarcazioni sono impegnate in una serie di esercitazioni nei pressi della barriera di Yongshu, limitate alla durata di "due ore e mezza" a causa delle "avverse condizioni meteo". Intanto in Vietnam sono riprese le manifestazioni di protesta anticinesi, che nel luglio e agosto 2011 hanno portato centinaia di cittadini in piazza a intonare slogan e canti contro "l'imperialismo" di Pechino (cfr. AsiaNews 06/07/2011 Vietnamiti in piazza contro l'espansione "tirannica" della Cina).

Le imbarcazioni della marina cinese sono salpate dal porto di Sanya, nella provincia dell'Hainan, lo scorso 26 giugno e hanno raggiunto ieri la zona contesa con Manila e Hanoi dopo aver percorso circa 4500 km. Per il governo di Pechino si tratta di operazioni di routine nel mar Cinese meridionale in un quadro più ampio di iniziative a difesa della "sovranità nazionale", come precisa il portavoce del ministero della Difesa Geng Yansheng. "La determinazione della Cina - aggiunge - e la volontà dell'esercito cinese di preservare la sovranità nazionale e l'integrità territoriale sono incrollabili".

Tuttavia, la nuova prova di forza dopo la recente decisione di indire bandi per l'esplorazione petrolifera (cfr. AsiaNews 28/06/2012 Mar Cinese meridionale, nervi tesi fra Manila, Hanoi e Pechino. Inutile un codice di condotta) in una zona rivendicata da Hanoi ha scatenato l'ira della frangia nazionalista vietnamita, che si batte contro la politica "imperialista" della Cina. Ieri un centinaio di persone sono scese in piazza nella capitale, per protesta contro le aggressioni della marina di Pechino. I dimostranti - sotto la stretta sorveglianza di agenti e forze della sicurezza - si sono riuniti di fronte all'ambasciata cinese di Hanoi, lanciando slogan fra cui "Abbasso la Cina". Un'analoga manifestazione a Ho Chi Minh City, diretta verso gli uffici del consolato cinese, è stata bloccata dalla polizia ma non sono stati operati arresti.

Analisti ed esperti sottolineano che le "provocazioni" di Pechino nell'area - fra cui l'invio di navi pattuglia in acque contese e il bando per esplorazioni petroliere - sono parte di un piano "predefinito" volto a conquistare "il predominio" nella regione Asia-Pacifico. Un progetto che preoccupa il governo statunitense, interessato a salvaguardare gli equilibri in un punto strategico per il commercio internazionale.

Fra le nazioni della regione Asia-Pacifico, la Cina è quella che avanza le maggiori rivendicazioni in materia di confini marittimi nel mar Cinese meridionale. L'egemonia nell'area riveste un carattere strategico per il commercio e lo sfruttamento di petrolio e gas naturale, di cui è ricco il sottosuolo. A contendere le mire espansionistiche di Pechino vi sono Vietnam, Filippine, Malaysia, il sultanato del Brunei e Taiwan, cui si uniscono la difesa degli interessi strategici degli Stati Uniti nell'area. Nella zona negli ultimi mesi si sono registrati numerosi "incidenti" fra navi militari o imbarcazioni di pescatori - in una zona caratterizzata da una fiorente fauna ittica - battenti bandiere di Pechino, Hanoi e Manila.