L’Onu rinnova la missione degli osservatori in Siria
Il Consiglio di Sicurezza ha esteso il mandato degli osservatori per altri 30 giorni. A Damasco, l’esercito libera un distretto dalle forze ribelli, che però lanciano nuovi attacchi in alte zone.

Damasco (AsiaNews/Agenzie) - Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha rinnovato la missione degli osservatori di pace in Siria per altri 30 giorni. La decisione arriva a un giorno di distanza dal veto posto da Russia e Cina sulla risoluzione che minacciava nuove sanzioni per il regime siriano. Secondo Mark Lyall Grant, ambasciatore britannico per l'Onu, estendere il mandato degli osservatori "è stata la cosa giusta da fare", ma avverte che "senza un cessate il fuoco delle armi pesanti, gli osservatori non potranno portare avanti il loro mandato, come già accaduto negli ultimi 35 giorni".

La missione degli Unismis (i 300 osservatori delle Nazioni Unite, ndr) rientra nel piano di pace di Kofi Annan, inviato dell'Onu e della Lega araba. In origine, il piano di Annan esigeva il cessate il fuoco dell'esercito e dei ribelli entro il 10 aprile scorso; permettere l'arrivo di aiuti umanitari nelle zone colpite dal conflitto; aprire un dialogo politico fra il regime e gli oppositori; rilasciare tutti i prigionieri detenuti in modo arbitrario; permettere l'entrata e il lavoro di giornalisti; garantire libertà di associazione e di dimostrare in modo pacifico.

Intanto, a Damasco l'esercito siriano ha ricacciato indietro parte delle truppe ribelli, liberando il distretto di Midan, nella parte meridionale della città. Tuttavia, i ribelli hanno lanciato nuovi attacchi in altre zone della capitale. Attivisti locali denunciano che ormai i carri armati, gli elicotteri e i combattenti di entrambe le parti hanno trasformato Damasco in "un campo di battaglia". Negli scontri di due giorni fa sono morte 302 persone: il bilancio più sanguinoso dall'inizio della rivolta.