Jiangxi, sterilizzata con la forza perché voleva giustizia per sua figlia
Una donna di 46 ha subito un trattamento disumano da parte delle autorità di Huangqiao, nel Jiangxi. Aveva chiesto giustizia a Pechino con una petizione dopo la morte della figlia, avvenuta per colpa del fidanzato, e le autorità locali l’hanno punita legandola a un tavolo e legandole le tube. Il governo cinese sempre più incapace di tenere a bada la violenza dei suoi funzionari.

Pechino (AsiaNews) - Alla vigilia dei Dialoghi sino-americani sui diritti umani, in Cina si è verificato l'ennesimo caso di sterilizzazione forzata. In questo episodio, inoltre, la violenza disumana è stata motivata da un desiderio di vendetta delle autorità nei confronti di una donna di 46 anni "colpevole" di presentare delle petizioni al governo centrale. Lo denuncia lo Women's Rights Without Frontiers, associazione che opera per il rispetto dei diritti delle donne in Cina. I fatti sono avvenuti a Huangqiao, nella provincia dello Jiangxi.

La donna ha messo online la propria denuncia: "Il 14 maggio mio marito è stato riportato a casa dopo aver presentato una petizione. Per vendicarsi di questo, il governo della città ha inviato più di 20 uomini forzuti. Io non potrei più dare alla luce un figlio, ma lo stesso mi hanno preso per le gambe e, trattandomi come un animale, mi hanno legato le tube sul tavolo operatorio dell'Ufficio pianificazione familiare. Il vice segretario cittadino Guoqing Luo gridava 'Il governo si assume la responsabilità, perché ha il denaro'. È stato terribile".

Lo Women's Rights ha telefonato alla donna, che ha spiegato i motivi della violenza. La seconda figlia della coppia è morta cadendo dal quarto piano durante una lite con il fidanzato: i genitori hanno citato la famiglia dell'assassino e il tribunale ha riconosciuto loro un indennizzo di 43mila yuan (circa 6300 euro). Tuttavia, i colpevoli non hanno pagato e per questo il marito è andato a chiedere giustizia a Pechino. Dopo la sterilizzazione forzata, le autorità hanno promesso alla coppia del denaro per farli rimanere in silenzio, ma questi hanno scelto di denunciare il fatto.

Il governo centrale cinese riconosce a ogni cittadino il diritto di chiedere giustizia con una petizione che scavalchi le autorità locali, ma questo diritto viene di fatto bloccato dalla violenza dei funzionari comunisti, che temono di perdere il lavoro per gli abusi commessi. Negli ultimi tempi, i casi di aborto forzato e di sterilizzazione sembrano essere più denunciati del solito: in Cina ha fatto scalpore il caso di Feng Jianmei, costretta ad abortire al settimo mese, le cui foto con il bambino morto accanto hanno fatto il giro della Rete [v. http://www.asianews.it/notizie-it/Ankang,-risarcita-la-coppia-costretta-a-subire-un-aborto-forzato-25266.html].