Hong Kong in piazza: 90mila persone sfilano contro “l’educazione nazionale” pro-Pechino
Non si ferma l’ondata di proteste contro la riforma scolastica imposta dalla Cina al Territorio: genitori, studenti e insegnanti insieme contro la decisione di imporre la “glorificazione del Partito” nelle scuole dell’ex colonia britannica. Il governo locale annuncia una Commissione per rivedere il progetto.

Hong Kong (AsiaNews) - Decine di migliaia di persone sono scese in piazza ieri ad Hong Kong per protestare contro la riforma scolastica imposta dal governo centrale cinese che prevede, tra le altre cose, l'introduzione di libri di testo che glorificano il modello politico cinese all'interno di una nuova materia chiamata "educazione nazionale".

La Chiesa cattolica del Territorio è stata la prima, già nel 2002, a contrastare questa riforma. Il cardinale Joseph Zen Ze-kiun ha guidato i cattolici, e poi le altre religioni di Hong Kong, in una battaglia per l'eliminazione della riforma che tuttavia è passata dato il peso degli elettori pro-Pechino.

La marcia di protesta si è svolta dal Victoria Park ad Admirality: secondo gli organizzatori hanno marciato almeno 90mila persone. Moltissimi genitori con i loro bambini, preoccupati che i nuovi cambiamenti risultino essere una sorta di "lavaggio del cervello" [come denunciato proprio dal card. Zen] verso il modello cinese. Insieme a loro anche gli insegnanti.

Carrie Lam, Segretario generale di Hong Kong, ha annunciato che il governo dell'ex colonia britannica "ascolterà le istanze dei genitori metterà in piedi una commissione per monitorare i cambiamenti". In particolare i genitori si scagliano contro alcuni libri nei quali si esalta il modello politico e partitico cinese come "l'unico funzionale". Il governo di Hong Kong intende introdurre i nuovi cambiamenti a settembre in prova per tre anni, per poi rendere obbligatorio il nuovo programma scolastico dal 2015 per le scuole elementari, dall'anno successivo per quelle superiori.

La protesta di oggi è solo l'ultima di una serie che ha portato per strada i cittadini contro l'influenza sempre più forte di Pechino in diversi settori, anche se sia le autorità di Hong Kong che quelle cinesi continuano a parlare della funzionalità del modello "un Paese, due sistemi". Le proteste sono aumentate dopo che al vertice del governo dell'ex colonia britannica è salito lo scorso primo luglio Leung Chun-ying, vicino al governo di Pechino.