Hanoi, comunismo "preistorico" e "moderno": arresta cattolici e attivisti, promette matrimonio per i gay
di Nguyen Hung
Arrestati 50 dimostranti anti-Cina. Manifestazione di gay e lesbiche lasciata tranquilla. In arresto 17 giovani cattolici e un protestante che difendono la libertà di culto. Il ministro della giustizia promette il riconoscimento del matrimonio gay.

Hanoi (AsiaNews) - Il comunismo del governo vietnamita ha ancora molti aspetti "preistorici", ma sta inventando una nuova faccia, più "moderna" per mantenere il suo potere. È l'opinione di alcuni esperti dopo quello che è successo ieri e nei giorni scorsi nella capitale.

Ieri, ad Hanoi, si è avuta la prima parata gay nella storia del Vietnam. Ad essa hanno partecipato circa 100 persone della comunità gay, lesbica, bisessuale, transessuale (v. foto). Con palloncini e biciclette, essi hanno rivendicato una maggiore liberalizzazione della società.  La manifestazione - pur non essendo autorizzata - si è svolta in tutta tranquillità, senza fastidi né da parte della popolazione, né da parte della polizia.

Invece, sempre nella capitale, una dimostrazione contro la Cina, critica della politica egemonica di Pechino nel Mar Cinese meridionale è finita con l'arresto di almeno 50 attivisti. "In qualche modo - dichiara Nguyen Phuc Tiet, un giovane dimostrante - il governo pensa che siano più pericolosi i manifestanti politici che i gay".

Si può dire anzi che il governo sembra sempre più pronto a dare spazio all'omosessualità. Il mese scorso Ha Hung Cuong, ministro della giustizia, ha dichiarato che è tempo per il Vietnam pensare a cambiare le leggi e riconoscere il matrimonio di persone dello stesso sesso. Un passo simile renderebbe il Vietnam il primo Paese asiatico a legalizzare il matrimonio gay.

Una simile "modernità" del Partito comunista vietnamita è spiegabile da una parte con la voglia di essere accettato nella comunità del business mondiale, e dal suo partner maggiore, gli Stati Uniti. Dall'altra vi è il sospetto che tale "modernità" voglia essere il modo per farsi perdonare gli aspetti "preistorici" della sua dittatura.

Fra tali aspetti "preistorici" vi sono gli arresti di attivisti anti-Cina, come pure i blogger e i democratici.

Un settore ancora più "preistorico" è l'atteggiamento del governo verso le religioni - tutte controllate - e verso i cattolici in particolare.

Fonti di AsiaNews dichiarano che a Con Cuông (Vinh) il regime continua ad attaccare con campagne stampa, lanci di pietre e altri oggetti i fedeli, colpevoli di voler praticare la loro fede.

Dal luglio 2011 il governo ha arrestato  senza alcuna accusa 17 giovani cattolici e un protestante. Giorni fa, p. Antonio dei redentoristi di Saigon, ha radunato almeno 3mila giovani per "pregare per i cattolici arrestati ingiustamente, per prenderci cura delle vittime del regime e per pregare per la nostra nazione".

La cosa di cui si stupiscono i giovani fedeli è che "il governo impieghi tante energie per sopprimere i raduni dei fedeli", ma non faccia nulla per salvaguardare la sovranità del Vietnam nei confronti della Cina. L'opinione pubblica vietnamita è scioccata dalla inanità dei suoi capi, dopo che la Cina ha stabilito una guarnigione e ha inviato il primo sindaco a Sansha nelle Paracel. "Il governo vietnamita - conclude p. Joseph, un altro redentorista - dovrebbe difendere la nostra nazione, ma Hanoi risponde con una nota diplomatica".