Raid aerei egiziani sul Sinai: almeno 20 morti
Elicotteri e jet hanno bombardato il villaggio di al Arish, dove erano nascosti i radicali islamici che hanno ucciso 16 guardie di frontiera egiziane. Un test per il presidente Morsi. Israele chiede piĆ¹ sicurezza e sottolinea la presenza di radicali del Jihad globale nella Striscia di Gaza. Hamas si difende.

Il Cairo (AsiaNews/Agenzie) - Le forze di sicurezza egiziane, aiutate da elicotteri di combattimento e jet, hanno lanciato missili uccidendo 20 militanti islamisti, dopo un attacco avvenuto tre giorni fa contro un posto di blocco egiziano, costata la vita a 16 guardie di frontiera. Un comandante dell'esercito di stanza nel Sinai ha confermato che l'area colpita è il villaggio di al Arish, dove si nascondeva il gruppo islamista.

L'offensiva militare è ancora in corso ed essa rappresenta un test per il neopresidente Mohammed Morsi. La zona in questione comprende anche il valico di Rafah che permette ai palestinesi della Striscia di Gaza il contatto libero con il mondo esterno. Ma il passaggio è anche usato per contrabbandare merci e armi per colpire Israele.

Israele chiede maggiore controllo e sicurezza da parte degli egiziani sui gruppi islamisti che non obbediscono nemmeno ad Hamas, che governa la Striscia. Per garantire il controllo, Morsi deve essere duro con questi gruppi radicali islamisti, rischiando di provocare le ire e lo scontento dei radicali che lo sostengono e dei musulmani in genere.

In effetti, i Fratelli Musulmani egiziani attribuiscono l'attacco di tre giorni fa  a "un complotto" di Israele. Ma un responsabile egiziano della sicurezza, ha sottolineato che l'azione era da attribuire a militanti islamisti che operano nel Sinai, insieme a radicali venuti da Gaza.

Nitzan Nuriel, ex capo dell'ufficio antiterrorismo di Israele, parlando alla radio israeliana, si dice convinto che "agenti del Jihad globale si stanno unendo in azioni terroriste sia nella Striscia di Gaza che nel Sinai e questo è molto, molto problematico".

I sospetti e le accuse di Israele ed Egitto rischiano di gettare una luce ancora più negativa su Hamas, il gruppo radicale che gestisce il potere nella Striscia. Hamas ha subito condannato l'attacco di tre giorni fa definendolo "terrorismo" e ha dichiarato che "i gruppi della resistenza palestinese sono impegnati a combattere solo contro l'occupazione israeliana ed essi lanciano le loro operazioni solo a partire da territori palestinesi".