Musulmano libanese "sedotto da Cristo"
di p. Samir Khalil Samir sj

Muhammad, 30 anni, studente all'Università libanese, lo scorso Natale ha partecipato alla Messa per la prima volta. A Pasqua sarà battezzato. AsiaNews anticipa alcuni passi del racconto pubblicato sul numero di febbraio 2005 di "Mondo e Missione", mensile del Pime .


Beirut (AsiaNews) – Quella qui raccontata è una storia molto ordinaria, in cui si avverte però tutto il fascino di Cristo sull'uomo di ogni tempo, cultura e popolo. La storia ha per protagonista un giovane musulmano. L'autore è il padre Samir Khalil Samir - gesuita egiziano, docente di storia della cultura araba e di islamologia preso l'Università Saint-Joseph di Beirut.

Un giorno Muhammad mi fa sapere che desidera parlarmi. Siccome parecchi studenti vengono a trovarmi cercando un argomento per la tesi, pensavo si trattasse di questo. In realtà lo scopo è un altro: vuol conoscere il cristianesimo e in particolare il Vangelo. Non conoscendolo, uso prudenza. Chissà che non sia mandato da qualche gruppo islamico per mettermi alla prova? (…) L'interlocutore sembra serio, e siccome insiste per avere un Vangelo, gli do un'edizione tascabile.

Alcuni giorni dopo, Muhammad suona alla porta. Ha letto qualche pagine del Vangelo e ne è fortemente impressionato. Cristo gli sembra «un uomo di pace», aperto a tutti e contrario alla violenza. Ne parliamo. Poi gli propongo di copiare su un quaderno da una parte i versetti che l'hanno colpito e dall'altra quelli che gli fanno problema o non sono chiari. E così ci intendiamo di ritrovaci ogni settimana per scambiare le nostre idee sui brani del Vangelo.

Passano i mesi. Un giorno Muhammad mi dice: «Quand'è che parleremo del battesimo?». Gli spiego che questo presuppone una catechesi e che ci penserò. M'informo presso sacerdoti più sperimentati, che mi dicono di parlarne col vescovo, il quale si offre d'incontrare il neofita quando le cose saranno più mature. Personalmente non ho la possibilità di seguire regolarmente Muhammad, a causa dei viaggi frequenti. Ne parlo dunque con un amico laico, impegnato in parrocchia e padre di quattro figli. È disposto ad accompagnarlo nella catechesi, mentre io lo seguirò a livello spirituale. (…)

L'amico catechista gli ha fatto conoscere altri cristiani, affinché Muhammad abbia un'idea più precisa della comunità cristiana. In effetti, una delle difficoltà dei convertiti è che si trovano socialmente e culturalmente «stranieri» nella comunità cristiana. Muhammad ha apprezzato, rimanendo però discreto.

Un giorno gli ho chiesto se avesse dei problemi con i suoi vicini, vivendo in un ambiente squisitamente musulmano. «Qualche problema ogni tanto. Per esempio quando un conoscente ha trovato il Vangelo nella mia stanza. Da allora lo tengo in un posto discreto». Alcuni lo sorvegliano, perché qualche volta si è lasciato sfuggire qualche critica sull'islam. Gli ho suggerito di essere prudente nei discorsi. Mi ha risposto di essere convinto della scelta di fede e di non voler tacere, anche a costo di pagarne le conseguenze.

Muhammad appartiene di fatto ad una famiglia musulmana praticante, anche se lui «come molti studenti» non osserva le 5 preghiere quotidiane. Comunque vorrebbe cambiare quartiere, per essere più libero di pregare e vivere la sua fede, ma non se lo può permettere finanziariamente.

L'amico catechista gli ha suggerito di accennare ai suoi del suo cammino. Non potendo andare a trovarli, Muhammad ne ha parlato per telefono. È stata la catastrofe. L'indomani era da me, triste. L'amico gli aveva detto di usare tutte le cautele del caso, senza manifestare troppo la sua nuova fede. Inizialmente avrebbe dovuto continuare a vivere da musulmano, confessando la fede di Cristo in cuor suo. Ma lui aveva protestato: «Ormai non posso fare un passo indietro!». Probabilmente non potrà più vivere tra i suoi, e lo sa.

La notte di Natale mi ha detto: «Voglio finalmente entrare in chiesa». Un'ora prima della mezzanotte, ha fatto il suo ingresso nella nostra chiesa: silenziosa, con un sottofondo di canti natalizi. Poi i fedeli sono lentamente arrivati, mentre lui si era seduto vicino al presepio. Ha assistito alla prima sua Messa. «In tutta la mia vita – mi ha detto -  non ho mai sentito Dio così vicino!». Io credo che Muhammad cercasse proprio questo nel fondo del cuore. E l'ha trovato nella persona di Cristo. Adesso aspetta la notte di Pasqua, la notte del passaggio.