Colombo chiude tutte le università del Paese, professori e studenti scendono in piazza
di Melani Manel Perera
Restano aperte le facoltà di medicina. Il governo vuole contrastare lo sciopero dei docenti universitari, in corso da due mesi. I professori chiedono salari più alti e maggiori fondi da destinare all’istruzione. Prevista per domani una manifestazione di massa.

Colombo (AsiaNews) - Il governo dello Sri Lanka ha dato ordine di chiudere tutte le università del Paese, ad esclusione delle facoltà di medicina. Annunciata ieri, la decisione dell'esecutivo del presidente Mahinda Rajapaksa risponde allo sciopero dei docenti universitari in corso ormai da due mesi. Per il governo, con il loro comportamento i professori stanno compromettendo il futuro degli studenti. Per la Federazione delle associazioni dei docenti universitari (Futa), sono i politici che con decisioni "stupide e ingiuste" stanno distruggendo il settore educativo del Paese. Contro la chiusura delle facoltà, la Futa ha annunciato una grande manifestazione di massa, prevista per domani a Colombo.

La Futa chiede di assegnare il 6% del Pil al settore dell'istruzione; di aumentare lo stipendio dei docenti; di garantire l'indipendenza delle università da qualunque interferenza politica. Lo sciopero dei professori è iniziato il 4 luglio scorso e ha paralizzato le attività accademiche in tutto il Paese.

Per organizzare la protesta di domani, membri della Futa, politici dell'opposizione e leader religiosi si sono incontrati ieri sera al Centre for Society and Religion (Csr). "L'intero sistema educativo - ha sottolineato il monaco buddista Ven. Shobitha Thero - sta attraversando una profonda crisi. Gli aiuti economici alle università non sono sufficienti, e questo sta creando una situazione malsana. Già 20 professori sono stati costretti ad abbandonare il Paese".

Secondo Sanjeewa Bandara, presidente del movimento studentesco universitario, "questo problema dovrebbe riguardare tutta la popolazione, perché questa crisi colpisce in modo molto grave noi giovani, il nostro futuro, e l'intero settore educativo. Dovremmo lottare tutti insieme e impegnarci per i diritti rivendicati dalla Futa, e per garantire un'educazione libera e gratuita per i nostri figli. Tra il 2005 e il 2010, lo Stato ha chiuso 355 scuole, costringendo gli studenti a trasferirsi in città e spendere molti soldi, se volevano ancora studiare. Questo governo sta annullando il valore dell'istruzione, cercando di renderla un bene di consumo".