Hong Kong, studenti ancora in sciopero della fame contro le classi di “educazione nazionale”
Si allarga anche la protesta: da 80, i giovani delle scuole superiori sono diventati più di 200. Prevista per domani una grande manifestazione di sindacati degli insegnanti e rappresentanti dei genitori. Secondo la riforma, le cosiddette classi di “educazione nazionale” tratteranno le grandi conquiste scientifiche ed economiche della Cina popolare.

Hong Kong (AsiaNews) - Non ha alcuna intenzione di placarsi la protesta pacifica degli studenti delle superiori del Territorio contro le classi di "educazione nazionale" imposti dal governo comunista alle scuole locali. Dagli 80 di ieri, oggi sono diventati oltre 200 i ragazzi accampati davanti all'edificio del Consiglio legislativo, nel quartiere governativo di Almanthy. Tre di loro - i 18enni Lily Wong Lee-lee, Ivan Lam Long-yin e Kaiser (nella foto) - continuano lo sciopero della fame, iniziato ormai più di 24 ore fa. Appaiono pallidi, ma decisi a resistere fino a domani, quando si terrà la grande manifestazione organizzata dai sindacati degli insegnanti e dai rappresentanti dei genitori.

Le proteste di questi giorni nascono dalla riforma scolastica voluta dal governo centrale cinese nel 2002 e varata nel 2004. Essa prevede che in ogni scuola - dalle elementari in poi - siano approntate delle non meglio definite "classi di educazione nazionale", argomento che dovrebbe essere trattata come una materia a parte. Da quello che finora è stato detto, tale studio dovrebbe far apprezzare le grandi conquiste scientifiche ed economiche della Cina popolare ma tacere, per esempio, sul massacro di Tiananmen. Un sondaggio condotto su larga scala rivela invece che la maggioranza degli alunni chiederebbe al governo di introdurre proprio il massacro di Tiananmen tra gli argomenti trattati.

I primi a opporsi a questa riforma sono stati i cattolici, guidati dal cardinale Joseph Zen Ze-kiun, che ha più volte denunciato il tentativo di "lavaggio del cervello" dei giovani orchestrato da Pechino. Ora, la mobilitazione generale dà ragione alla Chiesa: secondo il sondaggio condotto dall'Associazione che riunisce i club maschili e femminili, il 74 % degli alunni intervistati e il 77 % dei genitori chiedono che il governo ritiri la materia e riprenda le consultazioni con le parti in causa prima di riproporla.