L'imperatore Akihito spera di visitare la Corea
di Pino Cazzaniga
Da tempo l'erede del trono del Crisantemo esprime questo desiderio. Ma questioni territoriali, opportunità politiche e ferite antiche bloccano il suo programma di distensione per la regione estremo-orientale.

Tokyo (AsiaNews) - Akihito, l'imperatore del Giappone (79 anni),  spera di poter presto fare una visita nella Corea del Sud assieme all'imperatrice Michiko. La notizia è stata riferita il 19 settembre da un periodico femminile. Il giornale cita un colloquio che il discendente del trono del Crisantemo ha avuto con Koji Tsuruoka, viceministro degli esteri, il 4 settembre scorso. Fra l'altro, l'imperatore avrebbe anche aggiunto che egli spera che "Giappone e  Corea mantengano buone relazioni nell'avvenire".

Le parole e le speranze di Akihito cadono in un momento di grande tensione fra Tokyo e Seoul, sulla diatriba per la sovranità sulle isole Dokdo (o Takeshima per Tokyo), rivendicata da entrambi i governi, ma mostrano il desiderio di pace dell'anziano imperatore.

Pesante eredità politica

Già nel 1986, quando era ancora principe ereditario, Akihito aveva programmato questa visita, ma allora non aveva potuto realizzarla per le non buone condizione di salute della principessa.  La ragione vera del rimando - fino ad ora la visita non ha avuto luogo -  è però la richiesta di Seoul che l'imperatore chiedesse prima pubblicamente scusa (alla Corea) per il dominio coloniale del Giappone dal 1910 al 1945.

Nonostante i limiti costituzionali, negli anni '90 Akihito ha fatto  più volte dichiarazioni di rimorso alle nazioni dell'Asia per le sofferenze subite durante l'occupazione giapponese. 

Nel 1993 il governo ha chiesto ufficialmente scusa ma non è riuscito a convincere la Corea che il Giappone era veramente pentito per le violazioni dei diritti umani , incluse le schiavitù sessuali, chiamate, eufemisticamente "comfort women" ("donne conforto").

Ambedue i governi pensano siano necessarie buone relazioni tra le due nazioni, sia per il reciproco benessere economico e politico, che per la pace nella regione del Pacifico. A questo riguardo i problemi da risolver non solo storici ma anche territoriali.

Una visita per relazioni amichevoli

L'iniziativa della visita è stata dell'imperatore, che , tuttavia, costituzionalmente non avrebbe potuto realizzarla senza l'approvazione del governo : non era facile ottenerla, date le relazioni di tensione ancora non risolte tra le due nazioni.

Akihito ha spianato la strada. Nell'intervista al periodico ha detto che egli "non avrebbe esitato a chiedere scusa durante una sua visita alla Corea se ciò fosse stato necessario per favorire relazioni amichevoli tra le due nazioni". La dichiarazione  è stata una risposta pubblica al presidente coreano Lee Myung-bak  che, appunto, l'aveva richiesta come condizione per la visita.

L'imperatore-simbolo ne aveva preparato l'atmosfera da una decina d'anni: nel 2001  aveva detto che si sentiva in parentela con la Corea, notando che la nonna del suo antenato imperatore Kammu (sec. VIII) proveniva dal regno coreano. Nel  giugno 2005, durante una visita all'isola di Saipan,  (Pacifico), luogo di una battaglia nella guerra del Pacifico (IIa Guerra mondiale) ha offerto preghiere e deposto una corona di fiori al memoriale della pace coreano.

L'incontro di Vladivostok

Motivi storici e territoriali ostacolano l'intesa tra Corea (sud) e Giappone. Il dominio coloniale imposto dal Giappone alla Corea dal 1910 al '45  aveva decisamente  rovinato i rapporti tra le due nazioni. La dominazione coloniale è terminata da oltre 60 anni, ma la ruggine rimane. Inoltre  contestato è il possesso(giapponese) di un gruppo di isole, chiamate Takeshima dal Giappone e Dokdo dalla Corea, situate nel Mar del Giappone  a uguale distanza dalle coste delle due nazioni.

Il segretario di stato americano Hillary Clinton, a cui sta a cuore l'intesa tra le due nazioni sta mediando per un' intesa. Il 9 settembre a Vladivostok (Russia), in occasione del summit annuale dell'APEC (Aisa Pacific Economic Cooperation) dopo aver incontrato separatamente il primo ministro giapponese Yoshihiko Noda e il presidente coreano Lee Myung-bak, ha espresso la speranza di migliori relazioni tra Seoul e Tokyo.  Secondo il portavoce della "Casa Blu" (la residenza ufficiale di Lee a Seoul) i due leaders hanno conversato per cinque miniti dopo che Noda lo ha avvicinato quando stava per lasciare la sala delle conferenza. "I due leaders,  ha detto il portavoce, si impegnano a lavorare assieme per un futuro orientato a reciproche relazioni".