Gioco d’azzardo, una scommessa milionaria per Vientiane e compagnie cinesi
Il governo laotiano favorisce gli investimenti delle aziende di Pechino nel settore, che registra uno “sviluppo selvaggio”. Frequentati in maggioranza da stranieri, i casinò offrono affari milionari e alimentano il turismo. Allarme criminalità legato al riciclaggio di denaro sporco, narcotraffico e prostituzione.

Vientiane (AsiaNews/Agenzie) - Il governo laotiano spalanca le porte agli uomini d'affari cinesi, sempre più interessati a investire nel Paese nel settore del gioco d'azzardo. Tanto che, di recente, alcuni funzionari governativi stranieri - in particolare della vicina Thailandia - accusano l'esecutivo di "piegarsi alle pressioni" dei businessmen provenienti da Pechino e consentire impunemente lo "sviluppo selvaggio" dei casinò sul territorio nazionale. Per Vientiane, di contro, il giro d'affari rappresenta una notevole fonte di reddito per uno Stato ancora indietro nello sviluppo e fra i più poveri dell'Asia del sud-est. Tuttavia, secondo i critici, il settore offre il fianco a reati legati alla finanza "sporca" e permette il proliferare della criminalità organizzata.

La maggioranza degli investitori nel settore del gioco d'azzardo in Laos proviene dalla Cina. Essi avrebbero esercitato pressioni di natura economia per ottenere il via libera alla costruzione di nuovi casinò per il Paese. Fra i tanti esempi del recente periodo, l'apertura a settembre della Dok Champa slot machine in un sobborgo della capitale, anche se la maggioranza si concentra nelle zone di confine con la Cina e la Thailandia, dove hanno sede anche tre grandi case da gioco con diverse soluzioni per gli scommettitori e gli amanti dell'azzardo. 

Il problema principale sono le infiltrazioni criminali, che sfruttano i casinò per il riciclaggio del denaro sporco. Una casa da gioco di proprietà cinese è stata chiusa lo scorso anno, in seguito a ripetute denunce di malaffare. Tuttavia, polemiche sociali e presunti legami con organizzazioni mafiose non hanno impedito il proliferare di visitatori soprattutto dall'estero; la maggioranza degli scommettitori e dei giocatori d'azzardo proviene da Thailandia, Cina e altri Stati in cui tale pratica è "rigorosamente proibita".

La grande maggioranza dei casinò - tranne uno nei pressi del confine col Vietnam, con partecipazioni malaysiane - sono nelle mani di compagnie cinesi, che operano in collaborazione con il governo laotiano e (in almeno due casi) sono stati costruiti in aree speciali esentasse. Sebbene Vientiane promuova campagne contro il gioco d'azzardo per i "mali sociali" di cui è causa e i reati che si consumano all'interno delle case da gioco - tra cui riciclaggio del denaro sporco, omicidi, sequestri, prostituzione e traffico di droga - in realtà è ben felice di sfruttare l'indotto che assicura, in un giro di affari milionario capace di attirare un flusso turistico definito "considerevole".