Paul Bhatti: il proscioglimento di Rimsha Masih, un “precedente” importante nei casi di blasfemia
Il ministro cattolico parla di “doppia soddisfazione”: il verdetto sancisce che non si può usare la legge “per fini personali” e chi calunnia “subisce analogo processo”. Complimenti e soddisfazioni di leader cristiani e personalità musulmane. Il caso servirà per la revisione non della norma, ma della sua interpretazione. “Sono ottimista – afferma – la società sta cambiando”.

Islamabad (AsiaNews) - Il verdetto di proscioglimento di Rimsha Masih, la minorenne cattolica e con problemi mentali incriminata per blasfemia, è motivo di "doppia soddisfazione". In primis, la vicenda costituisce "un precedente importante" in base al quale la legge "non potrà essere usata per fini personali". Inoltre, quanti accusano "ingiustamente" altre persone "rischiano anch'essi il processo e le pene" previste dal Codice penale pakistano. È quanto afferma ad AsiaNews il cattolico Paul Bhatti, consigliere speciale del Primo Ministro per l'Armonia nazionale, che non nasconde la propria soddisfazione per l'esito positivo della vicenda a carico della ragazza. In questo momento di gioia per la minoranza religiosa, egli non risparmia però critiche a quanti (anche cristiani) sfruttano i casi di blasfemia per tornaconto personale, per raccogliere denaro e finanziamenti soprattutto all'estero.

Oggi l'Alta corte di Islamabad - dopo vari aggiornamenti e sospensioni delle sedute - ha infine prosciolto la 14enne cattolica Rimsha Masih (cfr. AsiaNews 20/11/12 Islamabad: cancellata l'accusa di blasfemia per Rimsha Masih, la bambina cristiana disabile) dall'accusa di aver violato la "legge nera", archiviando la vicenda perché il fatto non sussiste. Continua, al contrario, il procedimento a carico dell'imam Khalid Jadoon Chishti, che ha calunniato la minorenne con lo scopo di ottenere la cacciata della comunità cristiana e di impossessarsi dei loro beni e proprietà. La vicenda aveva mosso l'opinione pubblica internazionale per la sua giovane età e per la manipolazione delle accuse di blasfemia.

Interpellato da AsiaNews Paul Bhatti, fratello del ministro per le Minoranze Shahbaz, massacrato dai fondamentalisti islamici con 30 colpi di pistola nel marzo 2011 per aver difeso Asia Bibi, un'altra donna cristiana condannata a morte per blasfemia, non nasconde "felicità e soddisfazione". "Non è una vittoria - chiarisce subito il consigliere speciale per l'Armonia nazionale - ma è solo un elemento di giustizia che porta un grande messaggio: chi usa la legge per fini personali è stato sconfitto; a questo, si aggiunge la certezza che chi avanza false accuse, rischia di subire analoga sorte ed essere processato".

Il politico cattolico con grado di ministro spiega di aver gestito la vicenda "in modo da controllare proteste o manifestazioni dei cristiani", rispetto a quanto è avvenuto diverse volte in passato; le dimostrazioni di piazza "esacerbavano gli animi dei musulmani, peggiorando la situazione". In questo caso, sottolinea, "ho chiesto di approfondire le indagini evitando proteste pubbliche" e con la collaborazione di governo e forze di polizia "abbiamo ottenuto un risultato soddisfacente". Al contempo vuole dedicare questo primo verdetto favorevole al fratello Shahbaz Bhatti: "ho seguito il suo metodo - commenta Paul - e la sua esperienza" che si rivelano fondamentali nel lavoro di ogni giorno.

Egli racconta anche dei messaggi di congratulazione "di moltissime personalità cristiane", assieme a telefonate e attestati di stima e felicitazione "di altrettanti musulmani: anche loro - conferma il ministro - hanno voluto manifestare gioia e vicinanza per il proscioglimento di Rimsha Masih" che ora si trova in un luogo sicuro, assieme al resto della famiglia. La vicenda, conclude Bhatti, non porterà a una "revisione" della legge, ma costituisce un "precedente" per migliorare "l'interpretazione" dei casi e delle vicende di blasfemia. Un gruppo di imam, ulema e leader religiosi musulmani mi hanno confermato di aver predisposto un gruppo di lavoro, chiamato a introdurre quegli aggiustamenti che permetteranno di evitare gli abusi. Sono ottimista: la società pakistana sta cambiando; pace e stabilità in Pakistan sono fondamentali anche per il resto del mondo".(DS)