Papa: i Vangeli dell'infanzia, storia reale che interroga tutti noi ancora oggi
Pubblicato "L'infanzia di Gesù", terzo libro di "Joseph Ratzinger - Benedetto XVI" su Gesù. Pubblicato, per ora, in un milione di copie, il volume sarà tradotto in 20 lingue per la pubblicazione in 72 Paesi. La genealogia, l'Annunciazione, l'evento di Betlemme, i magi, i tre giorni nel Tempio a discutere con i "dottori".

Città del Vaticano (AsiaNews) - I vangeli dell'infanzia di Gesù "raccontano una storia reale, non delle storie", e non è una storia del passato, finita, essa interroga ognuno di noi, alla fine sulla domanda che Gesù stesso pone ai suoi discepoli nel Vangelo di Marco: "Ma voi, chi dite che io sia?". E' la questione cruciale anche del terzo libro che Joseph Ratzinger - Benedetto XVI dedica al Salvatore, puntando, stavolta, l'attenzione su "L'infanzia di Gesù".

"Non si tratta - si legge nella premessa - di un terzo volume, ma di una specie di piccola 'sala  d'ingresso' ai due precedenti volumi sulla figura e sul messaggio di Gesù di Nazareth".

Basato su una rigorosa interpretazione sia storica che testuale dei vangeli, il terzo libro di "Joseph Ratzinger - Benedetto XVI" su Gesù è anche un evento editoriale. Esso  esce in contemporanea in 9 lingue (italiano, tedesco, brasiliano, croato, francese, inglese, polacco,  portoghese e spagnolo) e in 50 Paesi, la tiratura globale della prima edizione supera il milione di copie. Nei prossimi mesi, il volume sarà tradotto in 20 lingue per la pubblicazione in 72 Paesi.

ll primo capitolo è dedicato alle genealogie del Salvatore nei Vangeli di Matteo e di Luca, tra loro molto diverse, ma entrambe che evidenziamo la collocazione di Gesù nella storia e la sua vera origine come principio, nuovo inizio nella storia del mondo. Nella genealogia di Gesù, riferita da Matteo, osserva in proposito il Papa, ci sono anche quattro donne, ma nessuna di loro è ebrea. "Per il loro tramite entra quindi nella genealogia di Gesù il mondo delle genti, si rende visibile la sua missione verso ebrei e pagani". Ciò significa che il mondo dei pagani entra nella genealogia di Gesù, perché attraverso Abramo deve venire una redenzione per tutti. La genealogia descritta nei Vangeli esprime infatti una promessa che non riguarda soltanto la famiglia o il popolo in cui Gesù nascerà, ma l'umanità tutta. Gesù assume in sé tutta l'umanità, tutta la storia dell'umanità e "le dà una svolta nuova, decisiva verso un nuovo essere persona umana". L'origine di Gesù diventa, dunque, l'origine di ogni uomo e di ogni donna che viene al mondo.

L'Annunciazione è al centro del secondo capitolo. Rileggendo íl dialogo tra Maria e l'arcangelo Gabriele, il Papa scrive che attraverso una donna, Dio cerca un nuovo ingresso nel mondo. E solo grazie all'assenso di Maria, può cominciare la storia della salvezza. Come ha rilevato in sede di presentazione del volume, questa mattina, la teologa Maria Clara Bingemer, il Papa presenta l'annuncio a Maria sottolineando nella persona della madre di Gesù gli atteggiamenti propri del credente di fronte al fatto sconvolgente della presenza di Dio che si avvicina e si propone. "È a questo punto che si trova, a mio avviso, il passo più bello del libro, in cui l'Autore - seguendo la riflessione di Bernardo di Chiaravalle- sottolinea il rispetto che Dio ha per la libertà umana. "Bussa alla porta di Maria. Ha bisogno della libertà umana. [...] Creando la libertà, Dio, in un certo modo, si è reso dipendente dall'uomo. Il suo potere è legato al "sì" non forzato di una persona umana".

"E' singolare - ha osservato, tra l'altro Paolo Mieli presidente di RCS libri -  perché al centro c'è la figura di un bambino e di una donna. E' un libro sulla donna: tutta la parte di Maria che riceve l'Annunciazione, la libertà di Maria, quello è un punto importantissimo di accettare, di partecipare, di farsi protagonista della nascita di Gesù".

Alla nascita, a Betlemme, è dedicato il terzo capitolo. Essa avviene ai tempi di Augusto, "con un governo e un regno che abbraccia tutta la terra", quindi giustamente si può parlare di "pienezza dei tempi" e in quel momento la storia dell'impero romano si incrocia con la storia della salvezza.

Nella mangiatoia non c'erano il bue e l'asinello, "nel Vangelo non si parla di animali" e nemmeno della cometa, ma di una "stella", ma la nascita di Gesù in una grotta, deposto su una mangiatoia, me evidenzia l'alterità, esula "da tutto ciò che tutti pensano e vogliono", ma proprio la "povertà" di questa nascita si fa "epifania", manifestazione del divino: "la povertà è il vero segno di Dio''.

Ai Magi sapienti che avevano visto sorgere la stella "del re dei Giudei" ed erano venuti per adorarlo, e alla fuga in Egitto è dedicato il quarto capitolo. Perché, chiede il Papa, i Magi andavano dietro a un re che porta una salvezza che non li riguarda? E perché, "al contrario di Erode" che temeva per il suo regno, nessun "conoscitore della Scrittura" in Palestina si lasciò interrogare dalla stella seguita dai Magi? "E' sorprendente che i conoscitori della Scrittura non traggano conclusioni dall'arrivo della stella", con la quale "la creazione interpretata dalla Scrittura ricomincia a parlare all'uomo".

L 'Epilogo è dedicato all'ultimo episodio dell'infanzia di Gesù: i tre giorni durante il pellegrinaggio di Pasqua, in cui Gesù dodicenne si allontana da Maria e Giuseppe e rimane nel Tempio di Gerusalemme a discutere con i "dottori". Quando Maria e Giuseppe lo ritrovano non capiscono le sue parole e la spiegazione del suo comportamento. "Smpre le parole di Gesù sono più grandi della nostra ragione, sorpassano sempre di nuovo la nostra intelligenza. La tentazione di ridurle, di manipolarle per farle entrare nella nostra misura è comprensibile". Ma "fa parte della giusta esegesi  precisamente l'umiltà di rispettare questa grandezza che, con le sue esigenze, ci sorpassa spesso, e di non ridurre le parole di Gesù alla questione concernente ciò di cui noi possiamo 'il credere capace'". Dio ci crede capaci di grandezza, ammonisce il Papa, e credere significa anche questo.