Aborto negato a Galway. Chiesa irlandese: madre e feto sono entrambi sacri
Con un comunicato ufficiale, la Conferenza episcopale esprime “angoscia e dolore” per la “tragica perdita di una madre e del suo bambino”, esprimendo “vicinanza” alla famiglia di Savita Halappanavar. I vescovi sottolineano: “La Chiesa cattolica non ha mai insegnato che la vita di un bambino nell’utero debba essa preferita a quella di una madre”. E ribadiscono la “difesa dell’uguale e inalienabile diritto alla vita per una madre e il suo bambino” contro l’aborto, “distruzione diretta e intenzionale di un feto, immorale in ogni circostanza”.

Mumbai (AsiaNews) - Non si placano le polemiche dentro e fuori dall'Irlanda sul caso di Savita Halappanavar, indiana morta per setticemia dopo un aborto negato all'Ospedale universitario di Galway. Mentre l'Irlanda continua a indagare sulla vicenda per chiarire la dinamica dei fatti, la famiglia della donna lancia attacchi anche contro il governo indiano. Secondo Sanjeev Yalagi, fratello di Savita, New Delhi non ha chiarito ancora la sua posizione rispetto al caso della sorella, e chiede che venga istituita un'indagine indipendente. Intanto, la Chiesa irlandese risponde alle accuse di fondamentalismo religioso e razzismo mosse all'inizio dal marito della donna, secondo il quale sua moglie non era stata trattata in modo adeguata perché indiana e indù. Per questo, la Conferenza episcopale d'Irlanda ha emesso un comunicato ufficiale sulla vicenda, che pubblichiamo di seguito. Traduzione italiana a cura di AsiaNews.

La morte della signora Savita Halappanavar e del suo bambino all'Ospedale universitario di Galway il 28 ottobre scorso è stata una devastante tragedia personale per suo marito e la sua famiglia. Essa ha sconvolto il nostro Paese. Condividiamo l'angoscia e il dolore espressi da tanti per la tragica perdita di una madre e del suo bambino in tali circostanze, ed esprimiamo la nostra vicinanza alla famiglia della signora Halappavar e tutti quelli colpiti da questa vicenda.

Alla luce delle ampie discussioni [che sono] seguite alla tragica morte della signora Halappanavar e del suo bambino, desideriamo riaffermare alcuni aspetti dei principi morali cattolici. Li abbiamo esposti nel nostro recente messaggio "Un giorno per la vita", il 7 ottobre scorso, disponibile al sito www.chooselife2012.ie:

La Chiesa cattolica non ha mai insegnato che la vita di un bambino nell'utero debba essa preferita a quella di una madre. In virtù della loro comune umanità, una madre e un feto sono entrambi sacri e hanno uguale diritto a vivere.

Laddove una donna incinta malata in modo grave abbia bisogno di trattamenti medici che potrebbero mettere in pericolo la vita del nascituro, tali trattamenti sono eticamente permessi [quando] provato che è stato fatto ogni tentativo per salvare sia la vita della madre, che quella del suo bambino.

Dal momento che l'aborto è la distruzione diretta e intenzionale di un feto ed è gravemente immorale in ogni circostanza, questo è diverso da trattamenti medici che non cercano in modo diretto e intenzionale di porre fine alla vita del feto. In Irlanda l'attuale legge e le linee guida mediche permettono a infermiere e medici degli ospedali irlandesi di applicare questa distinzione vitale nella pratica, mentre confermano l'uguale diritto alla vita di una madre e di un feto.

Alcuni potrebbero rivendicare che un bambino non ancora nato è meno umano o meno meritevole di vita. Le scoperte nella genetica e nella tecnologia rendono chiaro che nel momento del concepimento un essere umano nuovo, unico e geneticamente completo inizia a vivere. Da quel momento in avanti, ognuno di noi non è cresciuto e si sviluppa in un essere umano, ma è cresciuto e si sviluppa come essere umano.

Come molte altre tradizioni religiose ed etiche, crediamo nella difesa dell'uguale e inalienabile diritto alla vita per una madre e il suo bambino, secondo le nostre leggi e la nostra pratica medica. Questo aiuta ad assicurare che donne e bambini ricevano i più alti standard di cura e protezione durante la gravidanza. Inoltre, le statistiche internazionali confermano che l'Irlanda, senza aborto, resta uno dei Paesi più sicuri al mondo in cui portare avanti una gravidanza e mettere al mondo un figlio. Questa è una posizione che dovrebbe continuare a essere promossa e rafforzata, negli interessi delle madri e dei bambini non nati dell'Irlanda.